Oggi, i Carabinieri della Compagnia di Eboli, agl’ordini del cap. Luca Geminale, hanno eseguito un’ordinanza applicative di misura coercitiva personale, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, in richiesta della Procura Distrettuale nei confronti di due persone, Maiale Cosimo, in custodia cautelare in carcere e D’Amato Antonio, convivente della figlia, agli arresti domiciliari. I medesimi sono gravemente indiziati di furto aggravato in concorso, anche con altre due persone allo stato denunciate a piede libero, perché, al fine di trarre profitto, s’impossessavano dell’incasso giornaliero pari a 3.150 euro, di una slot machine posizionata all’interno di un bar di Santa Cecilia di Eboli. Uno dei due soggetti colpiti dalla misura cautelare è stato trovato in possesso di uno strumento in ferro, idoneo ad aprire e forzare la gettoniera delle slot machine. I due indagati, successivamente al furto, avevano minacciato il titolare del bar di danni gravi ed ingiusti, qualora avesse chiamato i carabinieri, in particolare Cosimo Maiale con la frase: “Ma tu lo sai chi sono io? Io sono Cosimo Maiale”, ricordava la loro appartenenza “anche familiare” allo storico clan, concretizzando così l’aggravante di aver commesso la minaccia utilizzando il ‘metodo di stampo camorristico’. I provvedimenti sono scaturiti da un’indagine avviata nel mese di aprile 2018, condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Eboli e con l’ausilio della Stazione Carabinieri di Santa Cecilia, che ha consentito di documentare le condotte criminose poste in essere dagli indagati.
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