Angelo Gregucci dovrà battere il Venezia, sua ex squadra, per mettersi a riparo da scossoni improvvisi. La sua panchina ha scricchiolato dopo la sconfitta interna col Crotone anche più di quanto non sia filtrato all’esterno e, paradossalmente, meno di quanto non abbia fatto dopo il ko di Livorno. Il calcio è strano e la Salernitana si adegua sotto questo aspetto, ma è chiaro che la classifica dovrà essere rimpinguata ed irrobustita fin dalla gara col Venezia perchè non si può sfidare all’infinito la sorte e far leva più sui limiti e l’incapacità altrui – nello specifico di chi sta dietro – di vincere. Per evitare il rischio di essere invischiata nella bagarre salvezza, la Salernitana dovrà sfruttare il matchpoint di sabato prossimo. Contro il Venezia bisognerà vincere, al di là della relatività del fattore campo in virtù dell’annunciata diserzione degli ultras e di quella già in atto da tempo da parte della maggioranza silenziosa che la società ha sempre snobbato per privilegiare il famoso zoccolo duro. Sulla necessità di conquistare i tre punti ha insistito molto anche Claudio Lotito nel colloquio con Fabiani e Gregucci. Il tecnico ha un contratto anche per l’anno prossimo, il diesse ha fatto sapere di essere in scadenza ma nel calcio, si sa, i contratti contano poco e niente ed è per questo che, allo stato attuale, l’addio più scontato è quello di Gregucci, che non ha dato alla squadra quello che la società si aspettava e che non ha neanche ricevuto dalla società quello che lui si aspettava in tempo di mercato. Tutti scontenti e felici, insomma, ma fino all’undici maggio bisognerà pensare solo al campo. La salvezza prima di tutto, poi il futuro. Lotito e Mezzaroma non pensano ad un cambio in cabina di regia, al massimo potrebbero provare a giocarsi la carta Delio Rossi per riconquistare i tifosi. Con l’ex tecnico granata ci sono stati sondaggi più o meno indiretti nei mesi scorsi, ma le condizioni per un matrimonio lampo non sussistevano. La primavera è la stagione degli amori, nuovi e vecchi, e chissà che stavolta non possa essere quella buona. Altro nome che farebbe sicuramente presa sulla piazza è quello di Roberto Breda, che sta facendo benissimo a Livorno e che a Salerno tornerebbe volentieri. Non è l’allenatore, però, il principale nodo in proiezione futura. In primis, infatti, la proprietà dovrebbe far sapere se abbia o meno intenzione di dare una svolta ad ampio respiro o se intenda proseguire sulla falsariga di quanto fatto in questi anni, in uno scenario dai contorni sempre indefiniti. Ed a tal proposito, Lotito e Mezzaroma dovranno decidere se andare avanti con Angelo Fabiani ed il suo staff o resettare tutto e rivolgersi ad altre figure dirigenziali per provare a perseguire altri obiettivi. Il ds plenipotenziario ha inciso profondamente in questi anni e non solo sull’aspetto tecnico, ma sul piano delle relazioni tra il club e la città nelle sue varie componenti, ed il suo modo di fare ha diviso la tifoseria e prodotto macerie come dimostra la fuga dall’Arechi ed un diffuso sentimento di disamore, disaffezione, disincanto verso l’evento calcistico in sé, ma non verso la Salernitana nella sua essenza, intesa come maglia e senso di appartenenza in senso stretto.
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