Quella di ieri e oggi è la prima elezione regionale realizzata con la nuova legge. Concentrati sul terzo mandato negato al presidente della regione Campania uscente, Vincenzo De Luca sono sfuggite le principali novità introdotte dalla nuova legge regionale a partire dalla divisione degli elettori in base all’ordine alfabetico e non più come genere maschile e femminile. Dalle urne i salernitani dovranno eleggere nove consiglieri sui 50 consiglieri ( più uno, ovvero il presidente eletto),27 per il territorio di Napoli, 8 per la provincia di Caserta, 4 Avellino e due a Benevento. Il sistema resta proporzionale con premio di maggioranza, ma le modifiche introdotte cambiano in modo significativo le regole per l’assegnazione dei seggi e la composizione del Consiglio. La novità più rilevante riguarda la soglia di sbarramento, fissata al 2,5% dei voti validi regionali. Questa regola vale per tutte le liste, anche quelle che fanno parte di una coalizione. Chi non supera il 2,5% resta escluso dalla ripartizione dei seggi, anche se sostiene il presidente vincente.
Un cambiamento tutt’altro che formale: fino al 2024, le liste interne a una coalizione partecipavano comunque al riparto. Le soglie di sbarramento servono a evitare la proliferazione delle liste. Il meccanismo del premio resta, ma cambia nella sostanza. Prima della riforma, la coalizione del presidente eletto otteneva almeno il 60% e non più del 65% dei seggi in Consiglio.
In pratica:chi vinceva con il 51% dei voti aveva diritto al 60% dei seggi, cioè 30 consiglieri su 50;anche con l’80% dei consensi, però, non poteva superare il 65%, pari a 32 consiglieri su 50.La legge regionale n. 17 del 2024 ha abolito il tetto massimo del 65%, lasciando in vigore solo la garanzia minima del 60%. Oggi, se una coalizione ottenesse l’80% dei voti, riceverebbe anche l’80% dei seggi, cioè 40 consiglieri su 50. È una scelta che rafforza la governabilità, ma riduce la rappresentanza delle minoranze. Un’altra novità riguarda la posizione dei consiglieri nominati assessori. Prima erano obbligati a dimettersi, perdendo definitivamente il seggio. Ora, invece, la nomina comporta solo la sospensione: il consigliere diventa assessore e viene temporaneamente sostituito dal primo dei non eletti.

