“FORZA ITALIA: NO ALLA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITA DI SAPRI, POTENZIARLO INVECE”

Forza Italia si oppone alla chiusura del punto nascita dell’ospedale di Sapri, ritenendo che non avrebbe benefici economici significativi e potrebbe aggravare la spesa sanitaria per migrazioni fuori regione,  verso i presidi ospedalieri della Basilicata, come Lagonegro.

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca continua invece  a rimarcare la sua ferma volontà di voler chiudere il punto nascita del presidio ospedaliero di Sapri ignorando, evidentemente, i disagi legati alla viabilità del territorio, raccogliendo anche la pur tiepida opposizione dei sindaci del Distretto Sanitario 71, molti di essi condizionati dall’appartenenza politica

Il segretario provinciale di Forza Italia, Roberto Celano, critica le scelte del Presidente della Regione Campania, accusandolo di utilizzare strumentalmente il piano di rientro della spesa sanitaria per mascherare le proprie scelte clientelari. A distanza di pochi giorni dalla mobilitazione popolare che ha posto al centro del dibattito la sanità nel Golfo di Policastro con centinaia di persone hanno manifestato contro la chiusura del Punto Nascita di Sapri, Forza Italia in una nota rimarca che la chiusura annunciata del  punto nascita dell’ Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia di Vallo della Lucania,  trattandosi di un unico centro di costo, non costituisce ragione primaria per un risparmio di risorse.

La proposta del partito, scrive il segretario provinciale di Forza Italia Roberto Celano, che si oppone fermamente alla chiusura,  è di potenziare il punto nascita, implementandone addirittura le attività con l’istituzione, ad esempio, di parto in acqua, parto-analgesia e di corsi di preparazione al parto, tanto da arrivare addirittura a renderlo attrattivo per le donne in procinto di parto provenienti da zone limitrofe e dalle adiacenti regioni come Basilicata e Calabria, generando anche ricadute finanziarie positive in entrata per la stessa regione Campania.

Queste le proposte che fanno “buona sanità”, non i meri “ragionamenti contabili” finalizzati a tagliare i servizi pur di preservare i costi utili a foraggiare il consenso.

Autore dell'articolo: Barbara Albero