Undici calciatori ingaggiati, due da tempo in attesa di essere ufficializzati. Tredici è un numero suggestivo ma non sufficiente per garantire alla Salernitana un campionato di vertice perché, come è noto, rispetto alle altre competitor la squadra di Raffaele non ha una base da cui partire. I calciatori sotto contratto, che sono eredità delle passate stagioni, non sono destinati a restare e non rientrano anche per parametri economici nei piani del club granata che dal 16 luglio ha bloccato le entrate e solo ieri ha rotto gli indugi in uscita con la cessione di Njoh. Per Bradaric c’è sempre il Verona, per Dalmonte si è fatto avanti il Trento. Lovato, Maggiore, Daniliuc e Sepe, oltre a Tongya e Legowski, sono da sistemare ma c’è il nodo dell’ingaggio o c’è da fare i conti col mercato in senso più ampio perché le società di serie superiore lasciano strategicamente passare i giorni per prendere alla gola la Salernitana che, purtroppo, a causa di due stagioni disastrose, è ora un club debole in quanto fresco di due retrocessioni. La proprietà vuole far quadrare i conti e ha chiesto a Faggiano di procedere senza sovraccaricare il bilancio e il monte ingaggi. Il ds ha in mano Liguori, Knezovic, Tascone, sta tenendo d’occhio Capuano, Longobardi, Megelaitis, il terzino Russo dell’Audace Cerignola e non ha ancora abbandonato la pista che porta a Gian Marco Ferrari. Per la porta Pisseri è nome caldo, ma piace tanto Bardi che, però, ha un ingaggio più alto. In attacco si aspetta l’occasione, magari dalla B. Da domenica squadra a Norcia e Raffaele aspetta altri innesti.

