Fuorni, Monticelli, Ostaglio e Arechi uniti contro la delocalizzazione delle Fonderie Pisano. La città di Salerno si mobilita ed i cittadini dopo diverse battaglie ambientali fanno sentire la loro voce. A sollevare la protesta, ancora una volta, è l’ipotesi di delocalizzazione delle Fonderie Pisano nella zona industriale di Salerno, nei pressi dell’ex stabilimento Pennitalia, a meno di 500 metri in linea d’aria dalle abitazioni.
Una prospettiva che ha acceso i riflettori su un’area da tempo interessata da importanti trasformazioni urbanistiche e residenziali. Le reazioni non si sono fatte attendere: comitati di quartiere, famiglie, associazioni e professionisti si stanno organizzando per chiedere trasparenza, partecipazione e coerenza nelle decisioni che riguardano il futuro del territorio.
Il primo a mobilitarsi è stato il Comitato di Quartiere Fuorni–via Monticelli–Ostaglio, che ha già vissuto esperienze simili in passato, opponendosi con successo all’installazione di un termovalorizzatore nella zona. Il presidente Raffaele Ciancio ha convocato un incontro urgente con il Comitato di Scavate Case Rosse, guidato da Francesco Bottone, per costruire un fronte comune.
«Pensare di collocare una fonderia a pochi metri da scuole, abitazioni, attività commerciali e dal futuro ospedale significa ignorare totalmente la realtà di questo territorio», ha dichiarato Ciancio. «Non siamo contro lo sviluppo, ma contro il disordine e la disattenzione verso la salute pubblica. Questo progetto è inaccettabile.»
Intanto alla protesta si è aggiunto un nuovo soggetto: lunedì 23 giugno si terrà il primo incontro pubblico per la costituzione ufficiale di un nuovo Comitato di Quartiere Salerno–Arechi, in una delle aree cittadine simbolo di rigenerazione urbana. La zona Arechi è oggi simbolo di una nuova visione di città, ci sono nuove torri residenziali, in futuro il nuovo ospedale, il campus universitario della Salute, il Palazzetto dello Sport, e il nuovo lungomare.
«Il nostro quartiere non può diventare il nuovo polo dell’inquinamento industriale», ha affermato Cesare Guarini, portavoce del comitato promotore. «Abbiamo scelto di vivere in una zona proiettata verso il futuro. Chiediamo scelte coerenti con la nuova vocazione del territorio.»
Tra le azioni già annunciate: accesso agli atti, richiesta di confronto pubblico con Regione, Comune e ASI, raccolte firme e assemblee popolari.