“Città grigie tendenti al nero”.
Ecco, in sintesi, la fotografia dei capoluoghi di provincia campani sul fronte della qualità ambientale secondo Ecosistema Urbano 2025, il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, sulle performance ambientali di 106 Comuni capoluogo.
Il rapporto ci racconta di capoluoghi campani sempre più gravati dalle tante e solite criticità.
Napoli in primis, che si conferma al quart’ultimo posto in classifica, la peggiore tra le grandi città, Caserta è al 98° posto, Salerno guadagna una sola posizione rimanendo in bassa classifica 87° posto, Avellino sale al 52° posto (era al 66° posto lo scorso anno). Scende e perde posizione Benevento che dal 60° posto dello scorso anno raggiunge l’80° posizione.
“I numeri e le analisi del nuovo rapporto- commenta Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania- sottolineano più o meno sempre le stesse emergenze urbane, confermate dalla contrazione generale delle performance che spingono verso il basso nella graduatoria. Le città campane, come tante città italiane, vedono la presenza di decine di cantieri della transizione ecologica che miglioreranno si spera in prospettiva le performance delle città e la qualità della vita dei cittadini. I cantieri, e quindi le opere che si realizzeranno, porteranno reali cambiamenti se realizzati in chiave strategica coerente rispetto alle sfide della crisi climatica. In questo senso è fondamentale approvare nuovi strumenti normativi per facilitare una rigenerazione urbana adeguata alla sfida climatica. Occorre riqualificare, a partire dalle periferie, gli spazi comuni, con luoghi d’incontro, pedonalizzazioni, corsie ciclabili, vie scolastiche, messa a dimora di nuove alberature, promuovendo la forestazione urbana diffusa utile a mitigare gli effetti delle ondate di calore, creando corridoi verdi per facilitare spostamenti a piedi anche nei periodi più caldi e puntando sulla natura urbana per mitigare l’impatto climatico nelle città, valorizzando la bellezza come leva del cambiamento.
E tutto questo va fatto con la partecipazione e la condivisione delle comunità per rispondere ai bisogni reali e per farsi che la decarbonizzazione delle nostre città sia una grande occasione di riscatto e responsabilizzazione per chi le abita. Questo è l’approccio che chiediamo con forza alle amministrazioni campane.” Lo smog resta emergenza urbana. Nessuna delle città capoluogo riesce a rispettare tutti i nuovi valori guida OMS per la qualità dell’aria. Per una visione d’insieme della qualità dell’aria, come sempre negli ultimi anni, le città sono state divise in cinque classi: nella prima, la migliore, compaiono quelle che rispettano tutti i nuovi valori guida OMS – più restrittivi rispetto alle norme UE – per PM10, PM2,5 e NO2 .
Nell’ultima compaiono invece i centri urbani che superano per almeno due parametri i limiti della normativa comunitaria sia per PM10 e PM2,5 che per NO2 e O3. Scarsa è la categoria per Napoli, appena sufficiente per Salerno, Benevento,Caserta e Avellino. La concentrazione nell’aria di Biossido di Azoto (NO2 ) costituisce, insieme al particolato sottile (PM10 e PM2,5) e all’Ozono (O3 ), uno dei maggiori problemi con cui le amministrazioni devono confrontarsi. Napoli, presenta un valore medio di biossido di azoto minore rispetto al dato dell’Edizione 2024 (38 μg/mc) ma in peggioramento rispetto al dato dell’Edizione 2023 (32 μg/mc). Segue Salerno con 27μg/mc.
Relativamente alle concentrazioni di PM10, nessuna ha superato il limite normativo previsto (40 µg/mc). Le città con i valori medi più elevati sono Caserta con (32 µg/mc) seguito da Napoli con 28 µg/mc e Salerno (25 µg/mc).Per stimare la dispersione della rete idrica si calcola che la quota di acqua potabile immessa in rete e non consumata per usi civili (domestici, servizi, usi pubblici e usi gratuiti), industriali e agricoli venga, in qualche modo, dispersa dal sistema. Nel 2024 sono ben tre capoluoghi con perdite superiori o uguali al 50%: primato negativo a Salerno e Caserta con il 61% , segue Benevento con 57%. Chiude Napoli con il 30%.

