Ed ora i playout col Frosinone, mai battuto nei due precedenti stagionali ed ieri spinto verso il quintultimo posto dalle scelte dell’allenatore del Sassuolo, Fabio Grosso, ex di turno, e dal discutibile rigore accordato dall’arbitro Pezzuto e trasformato da Bohinen. Non sarebbe cambiato il verdetto finale per la retrocessione diretta, visto che la Samp era in svantaggio nel testa a testa con i ciociari, ma la Salernitana avrebbe affrontato lo spareggio salvezza da quintultima e con la possibilità di farcela anche in caso di due pareggi o di parità di gol realizzati nel doppio confronto. Stendendo un velo pietoso su tutto ciò che di poco chiaro o fin troppo chiaro c’è stato nel finale di stagione, l’importante è che la Salernitana, spinta dalla sua encomiabile tifoseria, non abbia sbagliato l’appuntamento decisivo del suo percorso. A Cittadella Marino ha fatto scelte nette ed eloquenti inserendo Tongya, Simy e Hrustic e rispolverando finanche Caligara. Da chi è sceso in campo il tecnico ha avuto le risposte giuste e, una volta sbloccato il risultato con la pennellata mancina di Hrustic, la partita è stata giocata con attenzione ed intelligenza. Il gol di Simy ha chiuso i conti, ma solo dopo il fischio finale di Juve Stabia- Samp la squadra, tutta riunita in cerchio ad eccezione di Verde che era impegnato a salutare l’ex compagno di squadra allo Spezia, Capradossi, ha atteso la notizia più importante per poi esultare con misura perché nulla è stato ancora fatto e tutto dovrà decidersi nelle sfide del 19 maggio all’Arechi e del 26 allo Stirpe col Frosinone.

