SENTENZA CEDU E FONDERIE PISANO, IL COMITATO SALUTE E VITA DIFFIDA PER COMUNE DI SALERNO E REGIONE CAMPANIA –

Sulla base della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Umani (CEDU) che ha stabilito l’illegittimità dell’attività delle Fonderie Pisano per violazione dei diritti umani e ambientali e  condanna l’Italia a risarcire gli abitanti dell’area delle Fonderie Pisano a Salerno, il comitato salute e Vita con un atto di significazione ha diffidato il  comune di Salerno, nella persona del Sindaco, di adottare immediatamente tutti gli atti necessari per far cessare l’attività produttiva della Fonderia di via de Greci a Fratte  al fine di tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente circostante. Diffidata anche la  Regione Campania, nella persona del Presidente, di riesaminare e annullare il Decreto n. 85/2020, che ha autorizzato l’attività della fonderia senza una previa Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e senza specificare adeguate misure di contenimento degli impatti negativi. Stamani una conferenza stampa promossa dal Comitato Salute e Vita che ha visto la partecipazione di diversi cittadini e rappresentanti istituzionali per ribadire la necessità di intervenire per mitigare i rischi per la salute e l’ambiente.

La sentenza rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti e della salute dei cittadini, una sentenza storica per affrontare le questioni ambientali e sanitarie legate all’inquinamento delle Fonderie Pisano. La nostra diffida, hanno dichiarato stamani nel corso dell’incontro con la stampa Lorenzo Forte del Comitato Salute e Vita  richiama soltanto i passaggi della sentenza, perché parla la sentenza per noi: è ora che il Sindaco di Salerno faccia finalmente il suo dovere ed emetta un’ordinanza contingibile ed urgente per porre fine al disastro ambientale in corso nella Valle dell’Irno. È giunto il momento di agire con determinazione per tutelare la salute e la vita delle persone, mettendo fine immediatamente alle conseguenze dannose dell’operato delle Fonderie Pisano.

Autore dell'articolo: Barbara Albero