Secondo quanto emerso dalle indagini preliminari, gli indagati avrebbero contattato telefonicamente le vittime, due donne anziane, spacciandosi per parenti o per presunti dipendenti delle Poste per poi convincerle, dicendo falsamente che in tal modo avrebbero evitato un pericolo imminente in cui si trovavano dei parenti delle vittime, a consegnare denaro o monili d’oro ad un complice, che si presentava successivamente presso la loro abitazione.
Entrambi gli episodi risalgono al mese di marzo: nel primo caso la persona offesa avrebbe consegnato complessivamente circa 11.000 euro tra denaro e gioielli; nel secondo episodio la persona offesa sarebbe stata indotta a consegnare oltre 4.000 euro in contanti.
Il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari e la fondatezza delle accuse dovrà essere valutata nelle successive fasi del giudizio.

