EBOLI: LA DISCARICA DELL’AMIANTO –

Nella vecchia fabbrica APOF di Santa Cecilia di Eboli ci sono 15.000 metri quadri di onduline di eternit in frantumi e, in gran parte, crollate al suolo. materiale pericoloso accatastato da 15 anni, senza alcuna messa in sicurezza, ignorato da Comune, ASL, ARPAC e forze dell’ordine, nonostante i tanti solleciti del Comitato “Togliamoci l’amianto dalla testa” di Eboli, Tre mesi fa, dopo tante sollecitazioni, il Sindaco di Eboli, Cariello, sensibilizzato sull’annoso problema ha scritto alla Dirigente della Prevenzione Collettiva della ASL di Eboli, senza, però, ricevere al momento una risposta. Provocatoriamente il comitato chiede ai Dirigenti di ASL e Comune, di fare un viaggio a Santa Cecilia per vedere se quell’eternit a pezzettini è pericoloso o può restare lì aspettando che si polverizzi completamente tra 20 anni e per questo, in considerazione del totale immobilismo, gli stessi attivisti propongono una soluzione: 100 euro, prezzo simbolico, per acquistare l’intera proprietà. Occorrerebbe, poi, investirne 100.000 per risanarla dall’amianto, traendo comunque un indubbio vantaggio economico. Quella proprietà è oggi sotto la tutela del Tribunale di Salerno che non può lasciare lì, silente, una vera propria bomba ecologica che potrebbe, silenziosamente, fare centinaia di morti in quanto le fibre di amianto, fino a 1.300 volte più sottili di un capello, comer dimostrato da moltio studi scientifici possono causare tumori incurabili a chi le respira o le ingerisce, anche a distanza di 20 o 30 anni dal contatto, e possono moltiplicare il rischio di altre patologie tumorali.

Autore dell'articolo: Marcello Festa