FONDERIE PISANO, UNA…VIA CRUCIS

Questa sera, alle 17.30, sarà  Don Marco Raimondo, parroco della chiesa dei santi Felice e Giovanni Battista in Pastorano,  a guidare la via Crucis per la difesa del Creato nelle vicinanze della chiesa di Santa Maria dei Greci, alla cosiddetta Rotonda di Fratte. Subito dopo ci sarà la celebrazione della Messa, alle 18.30, sempre nella chiesa di Santa Maria dei Greci, in memoria delle vittime dell’inquinamento atmosferico nella Valle dell’Irno. Dopo via Crucis e Messa seguirà, alle 19, una fiaccolata che partirà dalla chiesa di Fratte, continuerà per via dei Greci e arriverà dinanzi ai cancelli delle Fonderie. E’ altissimo il livello di tensione nel quartiere di Fratte. Da una parte c’è una comunità che ormai non ne può più della presenza delle Fonderie, dall’altra parte c’è l’azienda che va avanti nel suo ciclo produttivo e che prova a respingere al mittente tutti i tentativi di strumentalizzazione della vicenda. In una nota, la proprietà puntualizza che l’attività dopo lo stop imposto dalla Regione Campania, è ripresa in seguito alla realizzazione degli interventi richiesti. Al tempo stesso la proprietà ribadisce ancora una volta che è totale disponibilità a porre in essere tutte le iniziative ritenute necessarie da Enti e Organismi delegati  a vigilare sul rispetto delle norme e delle autorizzazioni di cui le Fonderie Pisano sono in legittimo possesso. Occorre ribadire – scrive la proprietà – che è in atto un confronto con le Istituzioni locali con l’obiettivo di accelerare un rapido processo di delocalizzazione per il quale si è pronti al necessario investimento finanziario. Necessità, questa, sottolineata e spinta anche dalla sinistra salernitana che considera ormai non più procrastinabile l’individuazione di un sito al di fuori dell’area industriale della città di Salerno per assicurare una localizzazione compatibile con le esigenze ambientali, agricole, paesaggistiche e produttive ma anche con i processi di urbanizzazione del territorio. Occorre evitare ogni ipotesi di speculazione – dicono i militanti della sinistra – quindi bonificare l’attuale sito produttivo, immaginare una destinazione a zero impatto ambientale che restituisca alla comunità il maltolto di questi anni, e garantire gli attuali posti di lavoro.

Autore dell'articolo: Marcello Festa