Spigliata, coraggiosa, tosta, la Salernitana a Crotone è tornata a proporre la sua versione migliore in trasferta. Nel girone di ritorno solo a Pescara, nell’occasione dell’unico successo esterno del 2020, e a Benevento, contro la capolista, la squadra di Ventura si era mostrata così bella e spavalda lontano dall’Arechi. Il pari dello Scida potrebbe stare stretto e bene, al tempo stesso, alle due squadre. Il Crotone si rammarica per non aver sfruttato una mezz’ora abbondante giocata con l’uomo in più in seguito all’espulsione di Curcio, ingenuo nel trattenere per la maglia a palla ormai lontana l’avversario, ma alla fine della fiera vede solo rimandata la festa per la promozione, visto che nel prossimo turno sarà ospite del derelitto Livorno, ed ha comunque incrementato il vantaggio su Spezia, Pordenone e Cittadella, capaci di perdere in casa come l’Empoli. E proprio per i passi falsi di tutte queste squadre coinvolte nella lotta promozione e playoff la Salernitana può tenersi stretta il pareggio di ieri che le permette di allungare su Empoli e Chievo e di confermarsi al settimo posto in classifica. Certo, con una direzione di gara meno sbilanciata e con un pizzico di precisione in più sotto porta, come nell’occasione del colpo di testa di Gondo nel finale, i granata oggi avrebbero potuto ambire anche al terzo posto perchè lo Spezia sarebbe stato lontano solo tre e non cinque punti. Il campo, però, resta sempre giudice insindacabile ed allora bisogna accettare con la giusta soddisfazione il pari strappato con merito al cospetto della squadra che presto farà compagnia al Benevento in massima serie ed andare oltre il responso dei novanta minuti. Come è giusto che sia, in fondo. L’analisi della prestazione offerta dalla Salernitana mette in luce la personalità e la voglia dei granata di giocarsela con coraggio contro il Crotone, partendo da un assetto tattico spregiudicato, ossia un 4-2-3-1 con Cicerelli terzino e Maistro vertice alto di un triangolo rovesciato in mediana che aveva il compito di oscurare Barberis, il cervello del gioco dei pitagorici. Il teorema di Ventura ha funzionato e proprio Maistro ha trovato il gol del vantaggio, poi pareggiato dalla prodezza su calcio piazzato di Messias. Micai è stato bravissimo nel primo tempo su Simy e nella ripresa per due volte su Benali, aiutato anche dal salvataggio di Aya in una circostanza, ma tutta la squadra ha dato prova di carattere e convinzione ed è per questo che, al di là del rammarico per l’arbitraggio non certo ispirato del signor Prontera, Ventura ha tanti motivi per sorridere, eccetto uno: l’ennesimo infortunio muscolare occorso a Cristiano Lombardi che, purtroppo, rischia di aver finito la stagione proprio quando stava per arrivare la fase clou.
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