Luci & Polemiche. E’ diventato ormai un classico a Salerno. Quando arriva ottobre e ci si prepara a quello che è ormai, nel bene e nel male, l’evento caratterizzante, quasi identitario della città, con l’accensione delle Luci d’Artista si accendono anche le polemiche. Spesso divampano e così quello che è un evento turistico, di promozione della città diventa terreno di aspra battaglia politica. A parte, poi, ci sono i disagi, soprattutto per i residenti del centro – dati oggettivi, inconfutabili – ai quali pur bisogna pensare. Prima le polemiche sui costi, da sempre ritenuti troppo eccessivi, poi sul gusto delle luminarie, quindi sul traffico, sul caos che paralizza le arterie cittadine e via di questo passo. E se sul fronte meramente finanziario per il momento non si registrano ancora le classiche levate di scudo dell’opposizione anche perchè non c’è ancora un conto preciso e, soprattutto, è ancora incerto il finanziamento che arriverà da Regione in primis e Camera di Commercio poi, le attenzioni mediatiche sono tutte indirizzate verso la tassa di stazionamento dei bus che sono, ad onor del vero, la vera spina nel fianco di Luci d’Artista soprattutto nei fine settimana. Era stato suggerito da più parti, l’anno passato, di razionalizzare l’arrivo dei bus turistici a Salerno: troppi tra il venerdì e la domenica, pochi dal lunedì al giovedì. Sotto quest’aspetto la decisione di graduare i prezzi, le tasse di stazionamento, appare l’unica percorribile, quella più concreta. Anzi, a dirla tutta, per quanto ci riguarda, proprio al fine di migliorare il target delle presenze sarebbe stato giusto anche un ritocco più robusto! In fondo, l’abbiamo più volte sottolineato, Salerno e le Luci non hanno più bisogno della massa per fare audience, il tempo del turismo sociale è passato, molto meglio allora snellire la quantità delle presenze, evitando così scene abbastanza inquietanti lungo i percorsi illuminotecnici, a beneficio della qualità dei visitatori, intendendo per qualità la presenza di turisti in grado di rendere effettivamente più ricca l’economia locale. Di qui anche, ad esempio, la creazione di una tessera ad hoc, speciali pacchetti “all inclusive” coinvolgendo le strutture alberghiere. In termini pratici un vero e proprio piano di marketing attraverso il quale provare a raggiungere l’atteso break even: gli stessi introiti con un numero inferiore di persone a tutto vantaggio della vivibilità della città per residenti e visitatori.
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