La Salernitana dura nemmeno cinque minuti a San Siro. Appena Theo Hernandez accende il motore sulla corsia sinistra, Zortea e Veseli vengono tagliati fuori e sul cross del francese irrompe Kessie che indirizza all’angolino opposto, sbloccando subito una partita che Colantuono aveva immaginato di attesa e ripartenze. Piano saltato ben presto, anche perché il Milan riveduto e corretto presentato da Pioli, pur senza Ibra e con Pellegri messo ko dall’ennesimo guaio muscolare, è riuscito a raddoppiare con Saelemaekers con un sinistro ad incrociare dall’interno dell’area. Chiusa la pratica in meno di venti minuti, il Milan si è limitato a gestire, provando qualche giocata ad effetto con Leao e Diaz, respinti da Belec in qualche occasione e rimasti a secco di reti nonostante i numerosi tentativi. Con Ribery di nuovo titolare in appoggio a Simy ed una mediana un po’ più folta, la Salernitana avrebbe sperato di opporre maggiore resistenza, ma la differenza fisica e tecnica in campo è stata fin dalle prime battute notevole. La gara dei granata è stata caratterizzata da pochissimi spunti offensivi e da tantissime difficoltà nell’imbastire anche una minima reazione. Approccio tenero, quasi impaurito, pochezza tecnica e squilibrio fisico con i diretti avversari: la Salernitana s’è mostrata in tutta la sua fragilità al cospetto del Diavolo che non ha infierito, ma ha gestito. Certo, sugli spalti non c’è stata partita perché i sostenitori granata hanno invaso San Siro dando ancora una volta una incredibile dimostrazione di passione e senso di appartenenza. C’è, però, bisogno di dare un senso compiuto a tutte queste bellissime manifestazioni di amore. La Salernitana è stata consegnata ad una stagione di sofferenze e mortificazioni e, se il sostegno alla maglia non deve mai mancare, è altrettanto doveroso far sentire la propria voce con lo stesso orgoglio e con quella compattezza che in tante altre occasioni è stata la marcia in più di Salerno e dei suoi tifosi. Chi ha concepito questo scempio, deve assumersi le sue responsabilità. Lotito, Mezzaroma, Fabiani, la Figc, avvocati e consiglieri vari: tutti, nessuno escluso, devono metterci la faccia e spiegare perché la Salernitana ha dovuto recitare un ruolo così marginale in questo campionato.
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