Una nuova mozione di sfiducia contro il governatore campano Vincenzo De Luca. Il centrodestra in Consiglio regionale annuncia che depositerà una mozione di sfiducia, tecnicamente di non gradimento, nei confronti del presidente della Giunta regionale. Fa sponda il Movimento Cinque Stelle, annunciando di essere disposto a ”valutare il testo” e a discuterlo in aula. Tutto ciò a margine di una giornata, quella appena trascorsa, nella quale, in Aula, De Luca – intervenendo sulla vicenda Manna-Mastursi – ha spiegato le sue ragioni respingendo “ricatti e pressioni esterne”. La mozione del centrodestra è la seconda, in ordine di tempo, dopo un primo testo predisposto dal Movimento Cinque Stelle che, in Consiglio regionale, conta sette componenti. I pentastellati presentarono la mozione per primi, all’indomani delle dimissioni agli inizi di novembre di Nello Mastursi da capo della segreteria di De Luca, ufficialmente, secondo un comunicato diffuso dalla Regione, per la mole di lavoro che aveva dal momento che ricopriva anche l’incarico di responsabile organizzativo del Pd campano. Dopo qualche ora, però, le dimissioni furono collegate al coinvolgimento in un’indagine della magistratura sulle nomine nella sanità. Secondo le indagini, infatti, in cambio di una nomina ad un incarico più prestigioso, Guglielmo Manna, avvocato dell’ospedale Santobono di Napoli, avrebbe offerto una sentenza ‘favorevole’ per De Luca utilizzando la moglie, Anna Scognamiglio, giudice relatore della sentenza. A distanza di un mese, De Luca, dopo due rinvii di cui uno determinato da una protesta dei grillini, ha riferito in aula. ”Non siamo disposti a subire né pressioni esterne né ricatti da parte di nessuno” ha detto il governatore. Un messaggio che lancia affinché ”sia chiaro a tutti e vale sia per oggi sia per il futuro”. E sulle pressioni, oggetto di indagine, precisa che ”nessuno sa chi sia questo personaggio creativo, bizzarro”. Su Mastursi ha ribadito che ”non ricopre più alcun incarico per ragioni ovvie di opportunità, di rispetto per l’iniziativa giudiziaria e non per ragioni di merito”. Motivazioni che non hanno convinto né il centrodestra né i grillini. E in Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia, ha annunciato la mozione di sfiducia, ”politica” e ”non giustizialista” come, invece, a suo dire, è il testo dei pentastellati. L’auspicio di Cesaro è la condivisione del testo da parte dei grillini. Se la mozione dei Cinque Stelle non era stata depositata, è solo perché sono in sette e per essere presentata occorre la sottoscrizione di un quinto dell’assemblea, quindi un totale di 11 consiglieri. Numeri che i Cinque Stelle non hanno, ma il centrodestra sì. E ora, se anche i Cinque Stelle appoggeranno la mozione, il testo arriverà in aula con 20 firme favorevoli. Numeri non certo sufficienti per far passare la sfiducia, ma che rappresentano un segnale politico da non sottovalutare.
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