Hanno spesso tra i 14 ed i 16 anni, e possono spacciare anche la droga per fare in modo di procurarsi i soldi per comprare altre dosi, sottovalutando la gravità della loro attività, considerandola semplicemente come un gesto per aiutare gli amici a reperire facilmente la sostanza stupefacente. Anche se il dato numerico non desta allarme perché in media con quello registrato in ambito nazionale, non va sottovalutato il crescente consumo di droga, cocaina, crack e cannoidi, anche tra i giovanissimi in provincia di Salerno. La conferma arriva dalla dottoressa Antonietta Grandinetti che, per l’Asl di Salerno, dirige il dipartimento per le Dipendenze. Alla base del consumo che si è diffuso tra i giovani c’è la diffusa ma erronea convinzione che queste sostanze non facciano male e che addirittura possano elevare le prestazioni scolastiche. “ Queste sostanze vengono intese inizialmente come ricreative, nella zona franca del fine settimana, fino a poi a dare quella compulsione tipica appunto del crack – spiega la Grandinetti- mentre, invece, sono sostanza psicoattive per cui non è vero che migliorano le performance o che rilassano ma vanno a rallentare i movimenti, quindi sono pericolose, per esempio , se la persona si mette alla guida”. La dottoressa Grandinetti si è soffermata anche sulle motivazioni che spingono i giovanissimi a fare uso di droghe parlando di due livelli di dipendenza: una più endemica e un’altra più post traumatica. La prima è relativa al fatto che le sostanze stupefacenti vengano facilmente reperite, un’altra è che vengano considerate come auto medicamento rispetto a delle condizioni stressanti. Infine, la dirigente Asl ricorda che come azienda ci sono tante attività di prevenzione e di promozione di stili di vita sana, proprio per intervenire precocemente sia nella richiesta d’aiuto che nella prevenzione e che iscriversi ai programmi per disintossicarsi non preclude nessun tipo di attività in futuro come, per esempio, la partecipazione ai concorsi pubblici.
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