Grottesca e paradossale, anche triste se vogliamo. E’ la storia della Travel Before, tour operator salernitano che dopo aver investito capitali propri per fare del Costa d’Amalfi uno scalo appetibile e, soprattutto, vivo, è ora costretto ad emigrare a Napoli per mantenere in vita il proprio business. Al netto delle motivazioni che hanno indotto l’impresa salernitana a cancellare i voli da e per Salerno, voli peraltro già ampiamente pubblicizzati, al netto – appunto – del danno economico e d’immagine per l’imprenditore è ancor di più rilevante il danno per lo scalo di Pontecagnano diventato in questi anni un autentico Moloch, mostro di cui si fa fatica a comprenderne potenzialità, criticità e problemi. Problemi infrastrutturali, leggasi la pista troppo corta e quindi penalizzante, problemi gestionali, leggasi i conflitti registrati in passato tra le varie anime che lo governano, problemi finanziari atteso il disimpegno progressivo della Camera di Commercio, i ritardi degli enti regionali Campania e Basilicata che pure hanno promesso di intervenire in maniera robusta per rianimarlo, problemi amministrativi relativamente alle varie autorizzazioni di cui necessita lo scalo e potremmo andare avanti ancor per molto tempo, allungando a dismisura la sfilza delle criticità che di fatto frenano il decollo. Ci sono poi le denunce di privati, i balletti politici, i giochi di potere, insomma un vaso di pandora all’interno del quale si trova di tutto, tutto tranne che un piano di sviluppo concreto e attuabile. L’aeroporto di Pontecagnano specchio fedele dei tempi. C’è poco da fare eppure nessuno ha mai messo in discussione l’utilità dello scalo, l’importanza dell’infrastruttura che, se messa finalmente a regime, risolverebbe in un solo colpo tantissimi problemi locali e regionali, dando un considerevole impulso anche all’economia del territorio. Intanto, aspettando la buona novella, un altro imprenditore, l’unico che abbia avuto il coraggio di scommettere soldi propri sulla ha mollato, ha detto basta ed è emigrato per tentare di tutelare il proprio investimento. Questi sono i fatti, poi c’è la teoria, le promesse, i progetti, gli impegni di spesa e le passerelle. Aria fritta, nulla di più, nulla di meno.
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