I mal di pancia sono noti da tempo, ampiamente diagnosticati, difficilmente curabili restando così le cose. Che quello uscito dalle urne sarebbe stato un Consiglio meno coeso e obbediente lo si sapeva in pratica dalla definizione delle alleanze pre-voto, così come si sapeva da tempo che per tenere in piedi l’apparato, evitando crisi e distinguo, occorreva immaginare qualcosa di diverso rispetto al passato. Non è stato fatto ed ora non ci si può meravigliare più di tanto se, all’interno della stessa maggioranza che sostiene Enzo Napoli, siano sempre più frequenti i distinguo. A ragione, il sindaco, dopo quanto verificatosi nell’ultimo Consiglio comunale, ha chiesto un’immediata verifica della maggioranza, esercizio obbligato ma che non determinerà nulla di epocale. Anche chi si è, per così dire “differenziato”, non avrà problemi a ribadire sostegno e appoggio alla giunta guidata da Napoli e si andrà avanti così fino allo scadere dell’attuale legislatura. D’altronde era tutto già scritto, come detto prevedibile e preventivabile. Già orfana di un leader carismatico e riconosciuto come Vincenzo De Luca, con una coalizione molto più eterogenea rispetto al passato, era infatti scontato che l’attuale giunta avrebbe avuto vita meno facile rispetto al passato, quando l’appartenenza alla causa prescindeva dalla tessera di partito. A rendere ancora più inquieto il quadro provvede poi un altro aspetto, una naturale stanchezza di chi per anni ha retto le sorti dell’amministrazione De Luca, assessori di lungo corso, tutti o quasi, con ambizioni diverse ed oggi abbastanza demotivati, meno presenti rispetto al passato. E così messe insieme tutte queste cose ne vien fuori un quadro politico forse, per la prima volta, meno scontato. E’ un passaggio dovuto, necessario, fisiologico, è il passaggio tra la classe dirigente, guidata da De Luca nell’ultimo ventennio, e il futuro, ovvero il Consiglio che verrà, quello che chiuderà definitivamente il cerchio, che segnerà il definitivo passaggio generazionale, un passaggio che potrebbe riservare anche sorprese clamorose.
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