Diciannove punti nelle undici gare di fila senza sconfitte in cui ha sempre segnato tranne che nel match interno con l’Ascoli: la Salernitana ha numeri importanti da esibire ma sa bene che questa serie B resta una giungla spietata in cui, pur avendo inanellato una bella e lunga serie utile, può capitare di essere a quattro punti dalla prima ma anche con soli sei punti di margine sulla zona playout. Morale della favola: ogni partita vale oro e mette in palio punti pesantissimi, perché una vittoria ti manda in orbita ma una sconfitta può farti ricadere pesantemente al suolo. Undici partite di fila – quattro vittorie e sette pareggi – non sono affatto poche e rappresentano la serie utile più lunga collezionata da una squadra in questo campionato. La Salernitana sta stupendo tutti non solo perché si è specializzata in rimonte ed è dura da battere per chiunque, ma anche perché sta ottenendo tutto questo nonostante l’emergenza. Senza difesa e senza il miglior calciatore della rosa, Sprocati, Bollini ha saputo tirare fuori il massimo dai singoli trasformando un progetto che pareva pieno di contraddizioni – perché questa squadra ha dato prova di non avere le stimmate per attuare il 4-3-3 caro al suo allenatore – in un laboratorio in cui esperimenti e risultati sono conseguenziali come tuono e fulmine. Chiamando in causa anche Rizzo nel finale di gara del Manuzzi, Bollini ha utilizzato tutti gli effettivi ad eccezione dell’infortunato Orlando e di Asmah, a dimostrazione di una apertura mentale che lo ha portato a prepararsi all’inverno per tempo: rimasto senza centrali, ha saputo riadattare Pucino e Vitale, tra cui Mantovani ieri ha giganteggiato in una ripresa in cui ha neutralizzato Jallow, ma ha anche saputo trasformare Gatto, Alex e Di Roberto in esterni a tutta fascia, a dimostrazione di un lavoro approfondito e meticoloso. Di questa squadra colpisce il carattere, ma anche la condizione fisica e quella capacità di cambiare pelle senza smarrire la sua identità. Certo, errori e difetti restano, ma la Salernitana ora ha un’anima e non è cosa da poco. Ed è questo che le sta permettendo di attraversare questi mesi di emergenza senza quasi accusare i colpi della sorte. Domenica prossima, contro la Cremonese, mancherà pure lo squalificato Gatto, ma in difesa, forse, Bollini riavrà uno tra Tuia e Schiavi e potrà contare su Popescu, appena tesserato. La speranza è che l’under 20 non chieda gli straordinari a Rossi così da non avere scelte limiate ed obbligate in attacco. Il laboratorio Bollini è pronto a fronteggiare altri imprevisti, ma, certo, meriterebbe quanto meno una tregua. Forse, a furia di esperimenti, Bollini non avrà trovato un antidoto contro la sfortuna ma viene il sospetto che abbia trovato quello contro le sconfitte o qualcosa di simile. La prudenza consiglierebbe di non sbandierarlo ai quattro venti, ma a Bollini e a questa squadra, comunque vada in futuro, è giusto riconoscere il merito per aver saputo fare di necessità virtù. Intanto, la società già pensa a gennaio. Lotito ha promesso l’arrivo di Crecco dalla Lazio in tempi non sospetti, ma col diesse Fabiani lavora anche all’addio di Rosina, ormai separato in casa.
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