Non è stata una fatalità, si sapeva da tempo che il rischio che si correva era enorme. Si sapeva da tempo che la scellerata decisione di chiudere l’ospedale di Agropoli, spinta dal precedente Governo Regionale e avallata con forza e decisione, fino a sfiorare il masochismo, da parte dell’attuale direttore Generale dell’ASL, squillante, avrebbe potuto avere conseguenze fatali. E così è stato. La morte di Annamaria Tassi, colpita da un malore durante la Notte Blu di Agropoli è soltanto l’ultimo, probabilmente quello più clamoroso di una serie di episodi che testimoniano la precarietà in cui versa la sanità cilentana, precarietà acuita durante la stagione estiva così come era stata detto, puntualizzato e ribattuto. Ancora ritornano in mente le parole, gli slogan dell’attuale Direttore generale squillante quando, per fedeltà al governo caldoro che lo aveva nominato, stava lì, imperterrito a ribadire che non c’era nulla di straordinario in quella decisione che in fondo, che in fondo la trasformazione in psaut del presidio di Agropoli non toglieva nuilla al sistema sanitario del Cilento, che le emergenze sarebbero state controllate senza problemi. Annamaria Tassi è morta e forse, ma sul punto si attendono riscontri ufficiali, se avesse trovato lì ad Agropoli la necessaria assistenza, oggi non staremmo qui a raccontare la tragedia. Neo giorni scorsi, l’onorevole Cirielli leader di Fratelli d’Italia, lo stesso partito di Squillante e grande sponsor del manager ormai in scadenza di mandato, ha sollecitato il nuovo governatore De Luca ad intervenire con forza e tempismo sul problema Agropoli, sollecitandone la riapertura, ma dimenticando di essere stato alleato di Caldoro nei giorni in cui si disponeva la chiusura del presidio. Ogni commento è superfluo… ma la situazione di Agropoli è solo la punta dell’iceberg, con una criticità che raggiunge i massimi livelli durante i mesi estivi quando nel Cilento, in pochi giorni, si passa dalle scarse 300mila presenze autunnali e invernali ad oltre un milione. Da Agropoli a Sapri, senza tralasciare gli ospedali di Polla e Roccadaspide, la quotidianità racconta di una sanità costretta a barcamenarsi fra mille difficoltà, con una grave carenza di personale e posti letto aggiunti in reparti al collasso. A Polla soffrono soprattutto i reparti di Chirurgia generale e Medicina e toccherà al manager appena insediatosi trovare una soluzione rapida e immediata mentre a Sapri in affanno sono la Cardiologia e la Rianimazione, ma anche Radiologia e Gastroenterologia non stanno meglio.
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