La vittoria sul Crotone ha ridato ossigeno alla classifica ed un po’ di morale al gruppo granata che ieri ha vissuto una giornata intensa anche fuori dal campo. La visita al reparto di pediatria del Ruggi d’Aragona resta di gran lunga il momento più bello di un lunedì che ha visto anche le scuse in inglese di Lamin Jallow, l’inaugurazione dello store e la cena natalizia. Appuntamenti, questi ultimi, a cui non è mancato Marco Mezzaroma, che ha rappresentato la proprietà vista l’assenza di Claudio Lotito, protagonista, stando alle cronache nazionali, di un acceso diverbio in Lega Calcio con Urbano Cairo, patron del Toro, per l’elezione del nuovo presidente dopo le dimissioni di Miccichè. Dopo la sfuriata, Lotito ha ritrovato il sorriso ieri sera grazie alla Lazio che ha vinto in rimonta a Cagliari con due gol nel recupero e si è lanciata all’inseguimento della coppia di testa, Inter e Juve, quest’ultima prossima sfidante nel match che assegnerà la Supercoppa, domenica pomeriggio. Lotito si aspetta un bel regalo di Natale da Simone Inzaghi, ma ha chiesto altrettanto a Gian Piero Ventura che, dopo la vittoria da brividi sul Crotone, dovrà provare a bissare in quel di Empoli. Ieri Lotito non era presente fisicamente a Salerno per impegni istituzionali, cosa che si ripete ogni volta che il patron deve presenziare ad un’assemblea della Lega A e non solo. Non per tornare sempre sullo stesso argomento, ma anche questo è un aspetto deteriore della questione multiproprietà: un presidente dovrebbe spendere il suo tempo e le sue energie per le sue attività imprenditoriali e per la sua squadra di calcio. Lotito, invece, deve dividersi tra tanti impegni di lavoro e di rappresentanza a vario titolo e non può concentrarsi neanche in ambito calcistico su un solo club. No, il patron romano deve pensare a due società ed è inevitabile che le questioni di casa Lazio lo assorbano maggiormente, tanto è vero che, poi, dopo aver delegato, deve precipitarsi al capezzale della Salernitana per dispensare acqua e zucchero o per risolvere problemi urgenti. Di sicuro, la sua presenza avrebbe fatto bene alla squadra ieri sera perchè, dopo il caso Jallow e le fibrillazioni delle ultime settimane, tecnico e squadra avrebbero avuto bisogno di un confronto con l’uomo forte del duo che da nove stagioni guida la Salernitana. Lotito dovrà prendere atto della disaffezione della gente, in gran parte rimasta fuori o lontano dall’Arechi, e trovare la maniera di riportarla allo stadio. Scelta la linea morbida per Jallow, autore di un gesto che resta inqualificabile e senza giustificazioni, la proprietà deve prendere una decisione definitiva sulla strada da intraprendere ora: con il mercato alle porte c’è la possibilità di rinforzare la squadra, ma lo si dovrà fare all’inizio di gennaio e non alla fine e, soprattutto, bisognerà puntare su elementi di indiscussa qualità e di provata affidabilità. Rinforzi pronti all’uso, ma anche una visione più ampia e prospettica della cosa granata: serve questo per dare nuova linfa e nuovo entusiasmo ad un ambiente sfibrato da polemiche e faide interne, diviso da anni sulla figura controversa del diesse Fabiani, che ha smentito, non più tardi di sabato scorso, che la proprietà abbia promesso in tempi nemmeno tanto andati la promozione ai tifosi, stracciando di fatto il comunicato a firma congiunta dei due patron nel quale si manifestava la volontà di vincere il campionato dopo i disastri della scorsa stagione. Non si può sempre vivere di improvvisazione, di misure straordinarie, in una sorta di stato di assedio che tanto piace al diesse. Bisogna cambiare registro, puntando sulla programmazione e sulla qualità, ma anche sulla chiarezza e sulla distensione dei rapporti. E’ questo il regalo di Natale da fare alla Salernitana.
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