“Sento il rumore dei nemici”. Nell’anno del “Triplete” nerazzurro, Jose Mourinho, nel tentativo di tenere altissima la tensione del suo gruppo, coniò la celebre frase. Il tecnico portoghese, abilissimo comunicatore, diede in pasto all’opinione pubblica l’idea che intorno alla sua squadra si stesse creando una sorta di complotto. Sapeva bene, Mourinho, che nessun complotto avrebbe mai potuto sbarrare la strada all’Inter protesa verso la conquista dello scudetto, ma lui voleva altro, voleva che il suo gruppo non mollasse di un millimetro la concentrazione perchè bisognava vincere tutto. E’ un trucchetto antico quello di creare ad arte nemici e fantasmi per favorire la concentrazione del gruppo proteso verso il raggiungimento di un obiettivo, machiavellicamente si può, allora, ben dire che il “fine giustifica i mezzi”. Ma un conto è immaginare un complotto all’esterno, manovre di destabilizzazione tali da poter minare la serenità e la concentrazione del gruppo da parte di “nemici” certificati, ovvero gli avversari che hanno più o meno le stesse aspettative, altro è, invece, lasciare intendere che le manovre partano dall’interno, da proprio ambiente. Bene, il maldestro tentativo operato sabato dai calciatori della Salernitana di voler spostare l’attenzione dell’opinione pubblica verso altre direzioni, oltre che maldestro, appunto, è anche intempestivo e fuori luogo. Prima di tutto perchè la classifica e le prestazioni della Salernitana parlano chiaro, poi perchè a questo gruppo in quanto tale non sono mai state mosse particolari critiche ad eccezione, di una scadente qualità tecnica, infine perchè si è scelto il momento peggiore – o migliore dipende dai punti di vista – per spaccare l’ambiente, provando ad indicare la stampa come un elemento di evidente tensione. Scelta maldestra cui Lotito, furbo a comprendere la clamorosa gaffe del suo gruppo e di chi quella guasconata l’aveva suggerita, ha subito messo una pezza utilizzando toni concilianti cui nessuno era abituato. Giusto allora ribadirlo. Le critiche maggiori, assolutamente suffragate dai fatti, fino ad oggi sono state rivolte da stampa e tifoseria all’operato del club, alle strategie di mercato della Salernitana, ai criteri che hanno indotto il diesse Fabiani a scegliere determinati calciatori bocciandone degli altri, in generale – per dirla in breve – al progetto tecnico confezionato nella scorsa estate. Dunque che cosa c’entravano i calciatori? Perchè allora utilizzare fantasiosi e ancora non pervenuti articoli di stampa circa la compattezza del gruppo per gettare in pasto all’opinione pubblica i presunti destabilizzatori? Niente, zero, tranne che spostare verso altri le attenzioni! Si può anche decidere di non parlare, di restare in silenzio, scelta opinabile ma da rispettare e che ci si fermi là. Andare oltre è esercizio puerile oltre che sgamato e chi lo ha pensato farebbe bene a mettersi da parte non avendo, probabilmente, altri e ben più solidi argomenti da mettere sul tavolo.
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