AGROPOLI, IN MOSTRA LUCA GIORDANO

Il museo Acropolis, sito nel borgo antico di Agropoli, si arricchisce di nuove prestigiose opere di fama internazionale. Sarà esposta, infatti, a partire dall’11 dicembre e fino all’8 gennaio 2018, la mostra dal titolo: “Un cilentano nella bottega del maestro”. Si tratta di tre nuove opere di Luca Giordano: “Il ratto d’Europa”; “San Gennaro”; “Strage degli innocenti”. Giordano, rappresentante del barocco napoletano, fu influenzato dal Caravaggio e da Mattia Preti. A queste opere, che provengono da una collezione privata, si uniranno quelle del suo allievo Paolo De Matteis: “San Nicola”; “La deposizione del Cristo”; “San Giuseppe col bambin Gesù”; “San Michele Arcangelo in lotta contro il demonio”. Queste ultime sono di proprietà della Fondazione “Vico” che gestisce il museo. Inaugurato nel giugno 2017, il museo comunale in pochi mesi di attività ha fatto già registrare migliaia di visitatori, italiani e stranieri. E il futuro appare ancora più roseo grazie all’impegno della Fondazione “Vico” su impulso dell’Amministrazione comunale. «La civiltà di un popolo – afferma il Sindaco Adamo Coppola – si misura in base al grado di cultura che esso possiede. Stiamo dando ampio spazio a questo settore, sicuri che sia la carta vincente per ampliare la nostra offerta turistica. Da Città di mare e di Sport a Città della Cultura il passo è certamente ambizioso, ma a noi le sfide piace vincerle, come abbiamo dimostrato in questi ultimi anni e sappiamo di poter riuscire a spuntarla anche in questo caso». «E’ la prima volta – afferma il professore Vincenzo Pepe, presidente della Fondazione “G. Vico” – che Agropoli ospita una mostra di livello internazionale, con autori che sono esposti, di solito, solo in importanti musei presenti in Europa e nel mondo. Si tratta certamente di una nuova importante attrazione turistica e culturale per Agropoli. L’utenza sta rispondendo molto bene: ad oggi il museo Acropolis ha fatto registrare numeri notevolmente maggiori rispetto a quelli della precedente location del Museo del Grand Tour».

Autore dell'articolo: Marcello Festa