ALBERO DI NATALE CON NASTRO ROSSO E BIANCO: E’ LA SCENA DEL CRIMINE DA SHOPPING –

E’un albero di Natale dove tra i decori spunta il nastro bianco e rosso per delimitare la scena del crimine da shopping quello che fotografa la sintesi di ciò che ha determinato l’allegato 23. Negozi aperti ma con la possibilità di vendere solo alcune merci. Quello che chiamiamo tutti Lockdown è in realtà un regime di limitazioni che ha colpito meno negozianti rispetto alla

precedente chiusura che non aveva salvato nulla se non il settore alimentare. Tra tutte le vetrine chiuse, su via dei Principati, spicca la scelta di un negozio di abbigliamento, Zenzero che ha messo in vetrina dei fantasmi, con un barlume di speranza che non è il lumicino acceso sotto il manichino, ma il biglietto con cui si invita a ordinazioni telefoniche. Lo stesso vale per altri esercizi commerciali che invitano a contatti telefonici. Anche tra i bar sul Corso Vittorio Emanuele c’è chi ha scelto di chiudere definitivamente invece che concedersi la possibilità di asporto.  Così il commercio salernitano cerca di superare questi 15 giorni di chiusura, sotto la vigilanza dell’esercito che presidia Piazza Portanova ed il Corso Vittorio Emanuele. Difficile attraversarli senza avere davanti l’immagine soltanto di un anno fa, quando la stessa passeggiata, di questi tempi sarebbe già stata arricchita e vivacizzata dai colori di Luci d’Artista. oggi i colori sono due. il rsso della zona in cui è finita per decreto la campania ed il nero o black di un black Friday che rischia di essere stato solo annunciato nelle vetrine.
C’è infine tra i commercianti anche chi come Antonio Ventre (alla guida di un’associazione dimezzata oggi numericamente dalla crisi che ha spinto alla chiusura molti degli esercenti iscritti) avrebbe preferito ampliare a più attività la possibilità di stare aperti come è stato concesso al suo negozio che vendendo biancheria rientra tra gli articoli salvati dall’allegato 23. E che porterà molti pigiami tra i regali sotto l’albero.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro