E’ ALLARME CINGHIALI NELLE AREE INTERNE DELLA PROVINCIA DI SALERNO. DEVASTATE MIGLIAIA DI RETI PER RACCOLTA OLIVE

E’ ancora allarme cinghiali nelle aree interne del Parco nazionale del Cilento e nell’entroterra della provincia di Salerno. Sono giunte svariate segnalazioni agli uffici Coldiretti di branchi di ungulati che nelle ultime settimane si sono spinti nelle campagne coltivate e a ridosso dei paesi. I danni maggiori, in questo periodo, riguardano le reti che vengono stese sotto gli ulivi dagli agricoltori per la raccolta delle olive: i cinghiali in cerca di cibo destavano tutto ciò che trovano sul loro cammino. Ogni rete ha un prezzo che varia, a seconda della grandezza e della qualità, dai 60 ai 160 euro: in molti casi i cinghiali creano danni così gravi alle reti che gli agricoltori sono costretti a sostituirle nell’impossibilità di ripararle. Si tratta di una situazione insostenibile: gli imprenditori agricoli ma anche comuni cittadini segnalano con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali che vivono e si riproducono nelle aree naturali protette e in zone boschive, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe e in prossimità dei centri abitati. Le produzioni di grano, mais, orzo, patate, uva, ma anche di reti per le olive, muretti a secco, steccati ne fanno le spese, riportando danni incalcolabili. “In relazione al Piano sulla fauna selvatica – ribadisce il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio – va promossa e istituita una task force tecnica che si occupi del fenomeno fino all’obiettivo del contenimento. Ogni iniziativa di lungo respiro sarà nulla se non affrontiamo la prima fase del problema ovvero la presenza oltre i limiti degli animali. Inoltre, attenzione al danno doppio: l’incontrollata diffusione degli ungulati avviene proprio in aree dove più si stanno investendo fondi Psr per l’agricoltura. Gli uffici Coldiretti sono disponibili per l’assistenza legale e le richieste di risarcimento danno anche perché ormai la singola denuncia non basta più”.

Autore dell'articolo: Redazione