BUFERA ASI: LAMBIASE CHIEDE CHIAREZZA –

La discussione all’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 31 ottobre (Variante alle N.T.A. dell’area ASI), poteva essere occasione per affrontare in modo serio una questione: le prospettive di sviluppo dell’area industriale!

Invece non si è entrato nel merito. Si aveva fretta di approvare le Norme, che hanno il fine di accelerare il declino della nostra area ASI, favorendo i cambi di destinazione d’uso “impropri” dei capannoni abbandonati!

Bisogna prendere atto di una verità: il Consorzio ASI è ridotto ad un “baraccone”, che spreca soldi per pagare i gettoni al suo Consiglio di Amministrazione, spreca fondi pubblici per realizzare infrastrutture e sottoservizi che non verranno mai utilizzati, autorizza l’insediamento di attività incompatibili con le funzioni dell’Area.

Molti sono convinti che il ruolo del Consorzio sia ormai superato, e c’è necessità da parte del Comune di Salerno di appropriarsi della pianificazione dell’area (un’ampia fetta del territorio comunale di 4,5 milioni di metri quadri).

Un esempio di autorizzazione concessa ad attività “incompatibili” con gli obiettivi e le prospettive di sviluppo dell’Area Industriale è l’intervento, denominato “La Fabbrica di Salerno”, il <primo Centro Polifunzionale Sportivo, Commerciale e di Intrattenimento d’Italia>, che è in fase di completamento.

Come è possibile permettere all’imprenditore Lettieri di realizzare all’interno della zona industriale di Salerno un grande “Centro”che conterrà gallerie commerciali, bowling, pista go-kart, club fitness, piscine, campo di calcio, solarium e Spa!

Non solo la nuova Normativa, proposta al Consiglio Comunale, ma nemmeno le vecchie N.T.A. lo consentivano! Il Centro Polifunzionale è in palese contrasto con gli scopi e la “natura giuridica” del Consorzio ASI, come indicato nell’art. 2 della Legge Regionale n19 del 2013!

Perché l’Amministrazione Comunale ha consentito l’investimento nell’Area Industriale, quando il Piano Urbanistico in altre zone della città dispone di migliaia di metri quadrati inutilizzati destinati a tali attività?

Se si esamina la Delibera della Variante approvata, credo che la maggioranza abbia commesso un grosso sbaglio! Le nuove Norme Tecniche d’Attuazione dell’Area ASI contengono incongruenze ed errori gravi non sanabili, che sono stati ignorati. La Variante ha seguito un iter complicato: proposta dal Consorzio ASI, è stata approvata dalla Provincia e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. La Regione Campania ne ha verificato la conformità con gli indirizzi regionali di programmazione, e l’ha pubblicata sul BURC Regionale. Il Comune di Salerno (e gli altri sette Comuni interessati), dovevano recepirla.

Primo errore: i tempi a disposizione dei Comuni, previsti dalla Legge Regionale sono 6 mesi; i tempi indicati all’interno della Variante delle Norme Tecniche sono 12 mesi.

Secondo errore più grave. L’art.3 delle NTA recita: “ZONA D4, la zona è destinata ad insediamenti di piccole industrie, artigianali, commerciali nonché attività terziarie nel rispetto degli articoli 15 e 16 della L.R. 16/2013”. La Legge Regionale 16/2013 citata, si riferisce ad altra materia: <Istituzione del Comune unico di Montoro>!

Gli errori mettono in discussione la validità delle nuove Norme Tecniche di Attuazione!

Il Comune di Salerno e gli altri sette Comuni aderenti al Consorzio non possono correggerli autonomamente, perché pubblicati nel BURC regionale e nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Chiunque potrà ricorrere contro le decisioni che saranno prese, se condizionate da Norme sbagliate.

Occorre ripetere l’intero iter procedurale utile all’approvazione!

Autore dell'articolo: Marcello Festa