Non è stata una notte serena quella che la Salernitana ha trascorso nel ritiro di Paestum. Niente sogni d’oro per Bollini e la squadra, che hanno subito la contestazione di un gruppo di tifosi che hanno intonato cori di protesta ed affisso uno striscione eloquente “indegni”, a conferma del fatto che, dopo l’esternazione del proprio malcontento e di una sorta di stanchezza ed insofferenza verso situazioni che si ripropongono con cadenza puntuale quanto sgradita in occasione della gara con la Spal, i tifosi non sono più disposti a dare credito e a riconoscere alibi a nessuno. Nel mirino la squadra, ma anche, se non soprattutto, chi l’ha allestita. Lotito e Fabiani sono sul banco degli imputati, primi responsabili di una stagione in cui ancora una volta si naviga a vista, senza obiettivi ben inquadrati, logica conseguenza di una evidente assenza di programmazione e di progettualità a tutti i livelli. Ciliegina sulla torta, nel bel mezzo di una settimana infuocata, c’è stato anche il caso Rosina. Il capitano non si è allenato con la squadra ieri pomeriggio e solo ieri sera, dopo che la notizia si era ampiamente diffusa, la società granata ha cercato di sgonfiare il caso e di offrire una spiegazione ufficiale asserendo che il calciatore era in permesso per motivi personali fino alle ore 22. L’ex Toro, dunque, era assente giustificato ma, ci si chiede, come mai, se così era, la Salernitana non lo ha comunicato preventivamente. Troppo incline a vivere di segreti, chiusa in se stessa al punto da alimentare sospetti e misteri, la società granata non riesce proprio ad uscire dalla caverna buia in cui si è condannata a vivere, come se la luce, ossia il confronto con il mondo esterno, fosse qualcosa di fastidioso, pesante, non gradito, non comprendendo che proprio questo atteggiamento di chiusura, prima di tutto mentale e poi fisica, le complica non poco la vita. Rosina è solo l’ultimo esempio, ma la lista è lunga. In crisi di risultati e di nervi, contestata dai tifosi, la Salernitana deve tirarsi fuori da una situazione che potrebbe diventare molto difficile nel caso di nuovo rovescio. Il derby di Benevento è l’occasione per il riscatto, il bivio dinanzi al quale non si dovrà esitare. Classifica ed onore vanno di pari passo mai come questa volta, perchè i tifosi, già delusi e stanchi, non vogliono subire altre mortificazioni. Masochista fino all’inverosimile, la Salernitana è riuscita a complicarsi la vita quando, dopo la vittoria di Vicenza, si pensava che il peggio fosse passato e che il seguito sarebbe stato quanto meno più tranquillo. Ed invece, con un punto in tre partite, la squadra di Bollini è ripiombata in zona playout da cui dovrà allontanarsi con le sue forze, facendo punti, e non solo fidando sulle penalizzazioni in classifica cui diversi club sono destinati ad andare incontro. Il caso Rosina attesta il caos che regna all’interno della Salernitana che dovrà ora trovare la forza per pensare solo alla gara di domenica. Sarebbe bastato poco per cambiare la storia, per non ripetere gli errori del passato ed invece si è fatto come, se non peggio, della precedente stagione. Ora il rischio più grande non è tanto quello di dover soffrire per conquistare la salvezza quanto quello di sancire una frattura netta, insanabile, irreversibile, con la tifoseria e con la gente di Salerno che, non dimenticando i meriti ed i risultati ottenuti da Lotito e Mezzaroma, rimprovera ai patron quella mancanza di chiarezza che sarebbe stata fondamentale per affrontare al meglio questa stagione, unitamente ad una programmazione più oculata ed ispirata. Di questo si è detto e scritto ampiamente, non si scopre nulla di nuovo ma il dato più avvilente è che, nei fatti, nulla di concreto sia stato posto in essere per offrire a Salerno un progetto che desse soddisfazione ed entusiasmo. C’è bisogno di voltare pagina, di cambiare passo, di dare un colpo di spugna, rompendo certi schemi e scavalcando certi steccati. C’è bisogno, in ultima analisi, di uscire dalla caverna.
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