CLAN GIUGLIANO, ALTRI DETTAGLI DELL’INCHIESTA

Ha fatto luce su affari illegali sodalizi criminali tra Salerno e Napoli in un arco temporale compreso tra il 2016 ed il 2020 l’inchiesta che ha visto al lavoro le Procure di Salerno, Torre Annunziata e Napoli e che ieri ha potato all’arresto di 26 persone oltre che al sequestro di beni per un valore di 50 milioni di euro. ’Al clan storicamente già riconosciuto nel territorio di Poggiomarino e riconducibile ad Antonio Giugliano noto come ‘O’ Savariello’, appartenente clan di Mario Fabbrocino, si è affiancato il gruppo che aveva in Rosario Giugliano detto o minorenne il suo riferimento gruppi avevano trovato un’intesa e a tratti anche una sorta di collaborazione non disdegnando però anche alleanze fuori regione con le cosche calabresi. Uno dei settori di business era certamente lo spaccio di droga che avvenivano attraverso pusher anche nella Piana del Sele e nel Cilento. Rosario Giugliano, posto in libertà vigilata nonostante 227 anni di condanne condonati in 30 , aveva allestito la sua base operativa in una mansarda a Pagani facendo attenzione ad una serie di dettagli, come per esempio non far inserire i nomi sul citofono. Non era bastato a sfuggire alle intercettazione delle forze dell’ordine che così aveva scoperto le intenzioni di uccidere l’ex collaboratore di giustizia Carmine Amoruso. L’agguato tentato lo scorso 13 aprile a San Marzano sul Sarno non ha avuto l’esito sperato dai sicari per il mal funzionamento di una delle due pistole con le quali sono stati esplosi 14 colpi ma anche per la pronta reazione della vittima che ha ingranato la retromarcia ed è riuscita a sottrarsi dalla morte. Ad aiutare Rosario Giugliano nella gestione degli affari erano la compagna Teresa Caputo ed il figli di lei Alfonso Manzella, cantante neomelodico conosciuto come Zuccherino e noto per le offese lanciate attraverso le sue canzoni a magistratura e forze dell’ordine. Il figlio de “O minorenne” Giuseppe Giuliano Giugliano è risultato in contatto con la n’drina calabrese dei Pesce-Bellocco della Piana di Gioia Tauro, dalla quale si riforniva di marijuana . Il narcotico veniva poi trasportato e custodito da incensurati insospettabili che utilizzavano anche furgoni di copertura per la distribuzione del caffè qper movimentare lo stupefacente. Altro settore nel quale è risultato ben inserito il clan Giugliano è il riciclaggio di denaro sporco all’interno di numerose aziende ubicate anche al dì fuori dei confini regionali. Ieri nel corso della conferenza stampa diversi interrogativi sono rimasti senza una risposta. Chi è per esempio il proprietario di quella che a San Marzano potrebbe essere un’altra base logistica del clan ovvero un edifico rurale con armi e droga scoperto durante l’indagine per fare luce sul tentato omicidio? Chi e perché doveva utilizzare 23 ordigni esplosivi ?

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro