CONTRO IL BARLETTA MENICHINI RISPOLVERA LA “DIGA”

Leonardo Menichini ritorna all’antico rispolverano il “4-2-3-1” e riproponendo, quindi, la diga di centrocampo composta da Moro e Favasuli che in coppia hanno già fatto benissimo, in modo particolare nella “madre” di tutte le partite, quella vinta all’Arechi contro il Benevento. La storia di questo campionato, cui resta da scrivere solo l’ultima e bellissima pagina, ha infatti precisato che questa Salernitana può tranquillamente “sopportare” il peso del “4-2-3-1”, modulo a super-trazione offensiva, a condizione però che il tandem di centrocampo sia composto da Moro e Favasuli. Diversamente è quasi impossibile farlo: mera utopia. A rendere ancora più facile la scelta di Leonardo Menichini provvede anche l’assenza di Manolo Pestrin incappato ancora una volta negli strali del giudice sportivo, circostanza che di fatto consegnerà nuovamente a Moro le chiavi del gioco. Risulterà prezioso, in quest’ottica, il pieno recupero di Favasuli, rimasto in panchina nel derby del Menti sia perchè non al top della condizione, sia perchè in diffida. Moro e Favasuli formeranno la cerniera centrale che avrà il compito di arginare gli avversari e rilanciare i quattro attaccanti che Menichini spiegherà sul terreno di gioco dell’Arechi. I due sembrano fatti apposta per giocare in coppia. Moro predilige il ruolo di centrocampista “faro” della manovra, anzi soffre, pur adattandosi benissimo, quando si ritrova ad agire di fianco di Pestrin, un altro che ama impostare il gioco ma che, soprattutto nell’ultima parte della stagione, sta troppo accentrando la manovra, spesso rallentandola. Favasuli, invece, si è adattato benissimo al ruolo di oscuro gregario, una rarità per uno che in un passato neanche tanto lontano amava calpestare la linea laterale non disdegnando una presenza anche attiva nell’area avversaria. Con Moro e Favasuli in mediana la Salernitana, poi, riesce anche a sveltire la fase di transizione valorizzando le qualità dei suoi attaccanti: palleggio più agile e snello, immediate verticalizzazioni, il tutto senza tralasciare l’ottima protezione del quartetto difensivo e del tandem centrale in modo particolare. Sembra essere questa la formula migliore, quella che più di altra convince Menichini anche in virtù della premessa iniziale. All’appuntamento con la promozione non sarà vanità sfoggiare l’abito migliore.

Autore dell'articolo: Marcello Festa