COVID ED INFLUENZA, FARMACIE IN DIFFICOLTÀ. SCARSEGGIANO ALCUNI PRODOTTI –

Passata l’Epifania, dopo pranzi e cenoni delle festività natalizie, molte persone sono a letto con l’influenza australiana o il covid. Nelle farmacie è cresciuta in questi giorni la vendita dei test fai da te e di persone che si sottopongono al tampone nell’incertezza del virus che potrebbe averle colpite. Febbre alta, tosse, mal di testa e dolori muscolari, problemi alle vie respiratorie.  Non appena compaiono i primi sintomi, assale il dubbio: “Australiana o Covid?”. Ed intanto nelle farmacie anche della città di Salerno alcuni farmaci sono introvabili come il Nurofen febbre, lo sciroppo per bambini. Ma anche il Brufen in compresse. E il mucolitico Fluimucil in bustine così come altri prodotti per l’aerosol.  Ma l’elenco dei famaci che mancano dai magazzini e di cui le faRmacie hanno chiesto rifornimenti è molto ampia.

La guardia medica e le farmacie in questi giorni di festività in assenza dei medici di famiglia sono state prese d’assalto. Non facile distinguere i sintomi tra Covid ed Australiana, poiché la sintomatologia è quasi la stessa, anche se i sintomi si manifestano in tempi differenti. In ogni caso bisogna fare il tampone.

In questo quadro per i malati c’è un problema aggiuntivo, e non di poco conto: riuscire a trovare i medicinali di cui spesso hanno bisogno. Secondo l’ultimo bollettino dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) infatti nel nostro Paese vi è la carenza di oltre 3 mila farmaci, di cui molti per problemi produttivi e distributivi, elevata richiesta, discontinuità nelle forniture e ridotta disponibilità .

Proprio in questi giorni il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi ha scritto al ministro della Salute Orazio Schillaci ponendo l’attenzione sulla  carenza farmaci che si sta verificano nelle farmacie, una mancanza  non più sostenibile. E’ davvero avvilente, ha scritto il presidente di Assofarm per un operatore della salute qual è il farmacista, dare riscontro negativo ai pazienti, mortificandoli con l’impossibilità di fornire loro una importante varietà di medicinali».

Le farmacie comunali, scrive Gizzi, «ritengono non più sostenibile tale situazione e appare evidente che il fenomeno dei farmaci mancanti è dovuto: in parte alla mancanza di materie prime per la produzione e il confezionamento degli stessi da parte dell’industria, in parte ad una maggiore richiesta di alcuni farmaci per la cura dei contagi influenzali e del Covid-19. Rimane infine da valutare, con serenità ed equilibrio, il fattore riguardante l’esportazione verso Paesi ove il prezzo di alcuni farmaci è più alto rispetto a quello della vendita nel nostro Paese. Le farmacie comunali non praticano tali operazioni e ritengono ingiusto, soprattutto per la popolazione, subirne eventuali conseguenze.

Autore dell'articolo: Barbara Albero