Il giorno del giudizio, non quello del verdetto perchè questo è previsto per i prossimi giorni. Oggi al vaglio della Consulta la Legge Severino e, in particolare, la norma che prevede la sospensione degli amministratori locali colpiti da condanne, anche in primo grado, per determinati reati: dalla corruzione all’associazione mafiosa, dal traffico di droga all’abuso d’ufficio. Attendono con ansia il verdetto della Consulta il governatore De Luca e il sindaco di Napoli de magistris. Il primo condannato per abuso d’ufficio nell’ambito del procedimento per la realizzazione del termovalorizzatore a Salerno, il secondo asempre per la stessa tipologia di reato quando da magistrato, occupandosi dell’inchiesta Why Not come pm, acquisì tabulati telefonici in modo illegittimo. L’esame sulla legittimità costituzionale della Legge Severino è stato sollecitato dal Tar della Campania. Diverse le possibili mosse della Corte costituzionale, secondo gli esperti. In primo luogo – è una delle ipotesi – potrebbe giudicare il ricorso inammissibile, come chiede l’Avvocatura dello Stato. Questo perché a maggio la Cassazione ha stabilito che debba essere il giudice ordinario, e non quello amministrativo, a giudicare sull’applicazione della Severino, mentre il ricorso alla Consulta è stato sollevato, come detto dal Tar. Ma la Corte potrebbe anche entrare nel merito, in considerazione del fatto che all’epoca del giudizio del Tar la Cassazione non si era ancora pronunciata, ma pure il Tribunale civile, sollecitato prima da De Magistris e poi da de Luca, aveva ripetuto lo stesso schema, sospendendo tutto in attesa di una decisione della Consulta. A questo punto, la Corte potrebbe essere chiamata a stabilire se la sospensione prevista dalla Severino esprima una sanzione di natura penale e se abbia efficacia retroattiva, o meno. La valutazione dei supremi giudici potrebbe portare ad una dichiarazione di illegittimità costituzionale parziale della Legge, nella parte in cui non prevede il caso di un soggetto candidato ed eletto prima dell’entrata in vigore della legge. E’ un aspetto, questo, rilevante proprio per il caso De Magistris, eletto sindaco nel giugno 2011, mentre la legge è del dicembre 2012, ma che secondo alcuni esperti non riguarderebbe Vincenzo De Luca candidato quando la Severino era già in vigore.
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