Una prova muscolare condita dalle immancabili polemiche. Quando manca ormai pochissimo alla scadenza del 5 giugno, il Presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca ha lanciato la volata ad Enzo Napoli. Da eccellente apripista ha spianato la strada al suo successore non dimenticando, però, di definire la prossima come una consiliatura di transizione, un ideale passaggio tra il suo ventennio e la Salerno del futuro: la vigilia di un cambio generazionale a tutti gli effetti che toccherà a buona parte della classe politica che ha amministrato la città di Salerno durante la sua epopea. Ma perchè questo passaggio si compia è necessario garantire continuità amministrativa e per questo, intervenendo in chiusura della manifestazione De Luca, rivolgendosi ai salernitani ha puntualizzato: “I salernitani hanno nelle proprie mani il destino della città. Si tratta – ha tuonato – di un momento cruciale e delicato per la comunità intera. Chiediamo il voto perché abbiamo fatto di questa città una città bellissima. Questa città meravigliosa non è nata dal nulla, ma da fatica, progetti e idee sviluppati di tanti di noi e non solo da me”. Dopo aver fatto un “percorso della memoria” sulla trasformazione urbana Di Salerno, De Luca ha anche ricordato – dall’alto della sua posizione apicale alla guida della Regione Campania che “c’è ancora tanto da fare per Salerno, sfruttare fino in fondo l’economia del mare, creare nuove attività industriali, creare un nuovo ospedale, in tal senso bisogna trovare e investire 200 milioni”. Come da copione non è mancato un riferimento alla sicurezza urbana, argomento caldissimo anche alla luce di quanto avvenuto sulla spiaggia di Santa Teresa nella notte da lunedì e martedì. In questo caso De Luca ha reindossato gli abiti tanto cari di sceriffo tuonando contro le forze di polizia. “La notte – ha detto – devono esserci le pattuglie che girano nella città. Non voglio più vedere bande a cinquanta metri dalla Questura, non è possibile”. Duro anche il monito all’indirizzo dell’ormai ex Questore di Salerno Alfredo Ansalone: “Sabato sera – ha detto – tornando da un appuntamento istituzionale nel Casertano, ho visto davanti al Comune un gruppo di albanesi o romeni ubriachi. Ho chiamato il questore e ho chiesto che arrivassero delle pattuglie, giunte dopo mezz’ora. E allora ho fatto quello che ho fatto per venti anni, ovvero la ronda”. Un richiamo al Questore ma anche un monito al suo erede Napoli chiamato a non arretrare di un centimetro sulla delicata e strategica partita della sicurezza urbana.
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