DE LUCA VOLEVA PARLARE CON I GIUDICI. ERA IL 29 OTTOBRE –

Lo scorso 29 ottobre, in tempi per nulla sospetti, molto prima che il Mastursi Gate deflagrasse, l’avvocato Paolo Carbone, delegato da Vincenzo De Luca, chiedeva in maniera ufficiale alla Procura di Roma che stava indagando sulla vicenda, che il governatore venisse ascoltato per chiarire la sua posizione e la completa estraneità dai reati contestati. De Luca era stato già raggiunto da un avviso di garanzia e fremeva per far luce su quanto accaduto, spiegare e chiarire ai magistrati inquirenti la sua posizione. Secondo la versione dei difensori del Governatore della Campania e di chi oggi è dalla parte di De Luca questa lettera è la prova inconfutabile della totale estraneità del Governatore, la dimostrazione chiara, lampante che in tutta questa storia De Luca, come ha più volte ribadito nel corso della conferenza stampa di ieri – durante la quale chissà per quale ragione questo fatto importantissimo non è stato menzionato – sia realmente parte lesa, vittima non certamente carnefice. De Luca voleva raccontare tutto, spiegare al procuratore di Roma i termini di questa brutta e raccapricciante storia almeno per quella che era la parte che lo riguardava, chiarire la sua posizione e quella degli altri indagati facendo gli opportuni distinguo, raccontare del suo rapporto con Mastursi, probabilmente anche le pressioni che aveva subito ed alle quali non aveva ceduto. Basterà questa prova per estrometterlo dalle indagini, archiviare la sua posizione in un’inchiesta che è, probabilmente, solo agli inizi? Difficile, di certo è un fatto di cui non si può non tener conto anche perchè, a differenza di altre vicende giudiziarie nelle quali è stato coinvolto, De Luca questa volta ha provato a giocare d’anticipo. Probabilmente anche per questa ragione, niente affatto secondaria, il PD che inizialmente aveva mostrato un evidente disappunto, ieri sera ha manifestato in blocco, salvo rarissime eccezioni, grande solidarietà e profonda vicinanza al Governatore della Campania, un segnale atteso, importante nulla a che vedere con il caso Marino, sindaco di Roma.

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Autore dell'articolo: Marcello Festa