DE SANCTIS SICURO: “SAREMO PIU’ FORTI, MA SERVE TEMPO”–

Parlerà più spesso, forse anche per prevenire fughe in avanti, eccessi di entusiasmo, proclami e promesse ed intromissioni a titolo più o meno personale. Morgan De Sanctis ha riconosciuto di aver commesso qualche errore, magari proprio nella linea di comunicazione scelta fino ad oggi, per questo ha promesso che sarà più presente e pronto a spiegare. Tuttavia, se alla vigilia della gara di Coppa col Parma, la società ha deciso di non far parlare in conferenza stampa l’allenatore, che vive una situazione a metà tra preoccupazione e scontento per la situazione attuale della rosa (domani sarà emergenza piena anche a causa di alcuni infortuni, ma non solo perché in alcuni ruoli il mercato non ha colmato le lacune note), ma di dare spazio al direttore sportivo è – o doveva essere – per un solo motivo: dare notizie precise, rassicuranti, certe sul mercato. De Sanctis è stato onesto, non sbilanciandosi su nomi ed obiettivi a stretto giro, bensì precisando che ci potrebbe essere bisogno di tempo, anche di aspettare le ultime ore di mercato per poter centrare alcuni obiettivi. Una strategia, quella dell’attesa senza ansia, che il diesse ha sposato con convinzione, ma che stride con ciò che la società aveva fatto trapelare all’inizio e che non farà sicuramente felice Nicola. Sapere che anche contro la Roma ci potrebbe essere una situazione di emergenza, legata agli infortuni ed al mercato, non farà fare i salti di gioia al tecnico. A sua volta, De Sanctis ha voluto precisare che sopra di lui ci sono il presidente Iervolino, l’ad Milan, e Mara Andria, indicata come dg del club, e, dunque, non altri. Il riferimento alla corte presidenziale è stato esplicito in alcuni passaggi della sua conferenza stampa, come la difficoltà del club nel gestire il caso Mazzocchi. Il Monza si è smarcato, ma il difensore resta nel limbo perché non ha accettato la proposta di adeguamento salariale del club. De Sanctis ha anche parlato del suo rapporto con Walter Sabatini, ma anche con Edinson Cavani e della necessità di non spegnere l’entusiasmo e l’ambizione del presidente Iervolino che, però, vanno anche indirizzate verso gli obiettivi giusti, alla portata, da Salernitana insomma, che non vuol dire ridimensionarsi ma dimensionarsi, trovare una giusta collocazione e da quella partire, lavorando per crescere e migliorare. Il lavoro fatto fin qui sul mercato non va assolutamente disprezzato o sminuito, ma aver parlato di certi calciatori molto importanti, aver rincorso obiettivi molto prestigiosi, senza essere riusciti, almeno finora, a centrarli ha fatto forse passare in secondo piano il valore di alcuni colpi. C’è da lavorare e, sicuramente, bisogna provare ad accelerare per evitare di partire in campionato con una rosa poco competitiva per le situazioni ben note. Poi, a mercato chiuso, si tireranno le somme in maniera compiuta, definitiva, certa. L’importante è che all’interno del club, nei rapporti tra proprietà, dirigenza ed allenatore regni la chiarezza. Qualche diversità di vedute, dettata anche da ruoli e posizioni diversi, è evidente che ci sia stata, ma ora bisogna fare quadrato all’interno e chiudere il cerchio sul mercato. De Sanctis ha chiesto tempo, fiducia e pazienza ai tifosi ed anche a Nicola, garantendo che a fine mercato la Salernitana sarà pronta e migliore. Se la strategia dell’attesa avrà pagato, lo si scoprirà solo in un modo: aspettando la fine del mercato. E’ il paradosso a cui la Salernitana si consegna. Il rischio, si spera, calcolato che si è deciso di correre. L’importante è che, insieme ai rinforzi, arriverà una lezione di cui il club, a tutti i livelli, saprà far tesoro per il futuro. Dal tempestoso divorzio con Sabatini in poi, la Salernitana ha trovato difficoltà evidenti sul mercato, continuando, per giunta, a corrispondere commissioni agli agenti, come ha detto il ds granata parlando del budget finora impegnato dalla proprietà. C’è modo e tempo per completare il lavoro fin qui svolto. Senza ansia, ma con grande pragmatismo ora la Salernitana deve cambiare passo.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto