Tre partite, due punti in classifica e la Salernitana è già sull’orlo di una crisi di nervi. Il copione è sempre lo stesso, basta riavvolgere il nastro, scorrere velocemente il film delle ultime due stagioni, per scoprire che – in fondo – non c’è nulla di nuovo anzi – se possibile – che si va di male in peggio. Perchè le frizioni con Torrente, nel primo anno cadetto, emersero a metà del girone d’andata, mentre con Sannino le incomprensioni nacquero dopo sei/sette partite. Con Bollini, invece, la crisi è cominciata subito, quasi fosse dietro l’angolo, quasi si aspettasse il momento giusto per arrivare ai ferri corti. Il motivo? Quello di sempre. Si costruisce in estate una squadra tenendo in scarsa considerazione le indicazioni del tecnico e alle prime difficoltà – nel caso di Bollini precedute da dichiarazioni poco gradite – si mette tutto in discussione, si scaricano le responsabilità sull’allenatore reo di non far rendere la squadra al meglio delle sue potenzialità, quindi si consiglia poi il cambio di modulo, il tutto – come nel caso delle ultime parole del diesse Fabiani – condito da accuse nei confronti dei giocatori rei di non tenere in giusta considerazione il blasone della piazza, di non rispettare i tifosi con l’unico risultato di mettere la piazza contro la squadra. Mentre nel caso di Lotito, a prescindere da qualsiasi annotazione tecnica, si rimarcano solo e soltanto i costi sostenuti dalla proprietà…. Bene, se andiamo a rileggere e ascoltare le dichiarazioni rilasciate da Fabiani e Lotito nelle ultime due stagioni in concomitanza dei primi momenti negativi potremmo, tranquillamente, fare un copia e incolla. Ma che gioco è questo? Semplicemente un gioco al massacro visto e considerato che le scelte tecniche, costose o meno, vengono fatte proprio da proprietà e management, che sono sempre loro a scegliere i tecnici ad inizio stagione, sempre loro a costruire la squadra, individuando gli uomini prima ancora che i giocatori. Continuano a non rendersi conto i padroni del vapore che il giochino dello scaricabarile non regge più e se pure regge – per una parte di opinione pubblica – non produce alcun risultato concreto né in termini tecnici, né in termini economici ma serve solo e soltanto a destabilizzare, dividere, mettere gli uno contro gli altri. “Dividi et impera” dicevano gli antichi, motto sempre caro all’Imperatore Claudio, ma anche al fidatissimo Fabiani che sa bene che stare sempre dalla parte della proprietà garantisce lunga vita. Che poi sia lui il capo dell’area tecnica, l’uomo deputato alla scelta degli uomini, poco importa, ancor meno rileva. Ma qualcuno riesce a far capire al potente diesse che mettere in discussione dopo tre partite tecnico e giocatori è in fondo una bocciatura per se stesso visto che è stato lui, in estate, a sceglierli?
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4 commenti su ““DIVIDE ET IMPERA”, LA RICETTA DEL CONSENSO”
Che Guevara55!
(Settembre 11, 2017 - 4:44 pm)Analisi giusta, chi non rispetta la tifoseria è Lotito e Fabiani che pensano solo ai cavoli propri e a far quattrini; anche questo campionato è stata fatta una squadra debole con l’ aggravante che non ci sono i vari Coda,Busellato,Donnarumma ecc… e un allenatore sufficiente di cui si sapeva il valore e le proprie idee di lavoro! Società di commercianti! Mai satellite della Lazio, via il celeste dalla maglia!
marius
(Settembre 11, 2017 - 1:13 pm)complimenti, è la sacrosanta verità.. film visto e rivisto anni fa, con aliberti.. fece di più oltre agli organi di informazione riuscì il sangiuseppese a dividere la tifoseria, la storia si ripete, salerno è città fertile per questi personaggi.. divide et impera.. la città di salerno è fatta proprio per questi personaggi.. forza salernitana..
achille ciaboto
(Settembre 11, 2017 - 12:19 pm)Chapeau!
Dario
(Settembre 11, 2017 - 11:04 am)Marcello Festa unico giornalista a Salerno
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