DOSSIER CARITAS: I NUOVI POVERI DELL’EMERGENZA COVID19 –

Sono aumentate fino a raddoppiarsi le richieste di auto delle famiglie, sia italiane che straniere presenti sul territorio della provincia di Salerno a causa del Covid19. La principale causa di della nuova povertà è la perdita del posto di lavoro, a causa spesso de fallimento delle azienda. E’ quanto conferma il dossier sulla povertà frutto del lavoro dell’’osservatorio delle povertà e

delle risorse attraverso il quale la Caritas diocesana ha presentato i dati relativi alla povertà, al disagio e l’esclusione e le loro dinamiche di sviluppo su un territorio suddiviso in 48 comuni, dove la presenza di stranieri è principalmente di carattere residenziale ed è caratterizzata dalla presenza di etnie diverse. Parrocchie, forze dell’ordine e associazioni hanno segnalato le richieste di aiuto nelle quali le novità sono state rappresentate da anziani soli che, spaventati dal rischio di contagio, non uscivano di casa. La Caritas ha calcolato che in generale le richieste di aiuto sono aumentate fino a raddoppiarsi. Durante la fase uno dell’emergenza sono stati supportati 500 nuclei familiari anche grazie all’iniziativa che ha consentito di raccogliere le eccedenze agro alimentari nei supermercati e di distribuirle alle famiglie in difficoltà, per un totale di circa 2000 persone: il 68% delle richieste arrivava da persone che per la prima volta avevano chiesto aiuto. Tra le richieste di intervento anche quella del pagamento di utenze varie e acquisto di bombole gas. Durante il Lockdown inoltre la Caritas ha implementato degli interventi straordinari in modo particolare per alcune famiglie rom e per il Circo Orfei.  Più in generale Nel 2019 si sono rivolti ai centri di ascolto Caritas della diocesi di Salerno 3052 persone: il 70% è costituito da italiani, il 21% da extracomunitari e il 9% da comunitari. Il dato registra dunque un incremento nell’impoverimento degli italiani mentre la condizione degli stranieri era e resta difficile. Per quanto riguarda la nazionalità la maggior parte degli stranieri che si rivolge ai centri di ascolto è di origine europea (46%) tra cui principalmente ucraini e rumeni, e africana (45%) con una preponderanza di marocchini. Seguono persone provenienti da Asia e Sudamerica.  Dall’analisi incrociata emerge che sia gli italiani che i comunitari si rivolgono ai centri di ascolto principalmente le donne, mentre per gli extracomunitari sono gli uomini. Le donne sono perlopiù portavoce dei disagi e delle istanze dell’intero nucleo familiare.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro