EDILIZIA PRIVATA E NUOVO OSPEDALE, LE PERPLESSITA’ DI LAMBIASE

Prima dell’estate, forse, si porterà in Consiglio la delibera di revisione del Piano Urbanistico Comunale.

Ho già espresso il mio parere su cosa dovrebbe fare l’Amministrazione comunale:

prendere atto che meno del 50% delle previsioni di crescita edilizia sul territorio sono state attuate (io dico per fortuna); considerare che la popolazione sia diminuita costantemente ( 150.000 abitanti censiti prima del 2006, si sono ridotti a 130.000); tener presente che a fronte di circa 5.000 alloggi nuovi realizzati nel decennio (solo in parte venduti), si contano oltre 5.000 alloggi vuoti e disponibili nel patrimonio edilizio esistente realizzato prima del 2006.

Decisione saggia e responsabile dovrebbe essere quella di ridurre drasticamente la cementificazione del territorio ed incentivare il recupero energetico e statico-funzionale del patrimonio edilizio esistente.

La Deliberadi indirizzi (n.19 del 31 gennaio 2017) prodotta dalla Giunta per la revisione, invece, va nella direzione opposta. Una scontata riproposizione della programmazione pensata oltre 10 anni fa!

Ma una novità si aggiunta al dibattito fino ad oggi avviato.La Giuntaha necessità di una nuova Delibera di indirizzi che modifichi la precedente: il Governatore della Regione ha annunciato che a Salerno sarà realizzato il nuovo ospedale Ruggi D’Aragona!

C’è necessità di un terreno di enorme estensione da impegnare, che Lui ha già individuato nel suolo dell’ex-Finmatica, poche centinaia di metri distante dall’attuale sede del nostro nosocomio.

L’area in questione, che secondo le previsioni del PUC, doveva ospitare quasi il 50% dell’intera dotazione di Edilizia Economica e Popolare del territorio comunale, dovrà cambiare destinazione d’uso!

Il Governatore qualche mese fa ha affermato:

 <La Giunta Caldoro diceva di aver appostato 200 milioni per il nuovo Ruggi di Salerno. Solo chiacchiere. Quando sono arrivato io, non ho trovato neanche un euro. Invece, diversamente da lui, ho recuperato 400 milioni per delocalizzare l’ospedale salernitano>.

Ed ancora: < ho trovato altri 100 milioni per ampliare e migliorare le strutture ospedaliere: Cava, il Da Procida, i Pronto soccorso di Scafati, di Agropoli, di Ravello, e poi Oliveto Citra, Vallo della Lucania, Battipaglia, Nocera Inferiore, Roccadaspide, Eboli>.

De Luca, che ormai da tre anni governala Regione, dovrebbe essere più riflessivo e dare cifre attendibili sulle reali disponibilità finanziarie necessarie per avviare un programma così ambizioso. Checché ne dica, la colpa è di Caldoro, ma anche Sua, se la sanità in Campania è in fondo alla graduatoria nazionale. E’esempio in Italia per l’inefficienza dei servizi offerti, per il degrado delle strutture e degli impianti.

A parte il fatto che con una somma notevolmente inferiore (appena il 20% di 400 milioni) si potrebbe intervenire sulla struttura esistente per recuperarla funzionalmente e staticamente, renderla moderna ed efficiente anche dal punto di vista impiantistico.  Ma sulla questione fondi, bisogna fare chiarezza: il Piano Ospedaliero Regionale, dopo il “via libera” (fine 2017) dei Ministeri della Salute e M.E.F., ha previsto l’impegno di circa 400 milioni (soldi ancora non disponibili) per gli adeguamenti sismici e degli impianti di tutta l’edilizia sanitaria pubblica in Campania. Come si fa a promettere 400 milioni solo per la città di Salerno? Dove si trovano gli altri finanziamenti? C’è delibera Regionale che dia certezza delle reali disponibilità?

E poi le “urgenze” sanitarie in Campania sono sicuramente altre: assumere nuovo personale; adeguare e migliorare le strutture esistenti; promuovere e finanziare la ricerca anche per ridurre il fenomeno dell’emigrazione sanitaria; diminuire e/o abolire i ticket sanitari; affidare la gestione di ASL ed Ospedali a manager/dirigenti scelti per meriti e non per appartenenza politica; riattivare il registro tumori in una regione che soffre in modo particolare l’inquinamento dell’aria, del suolo ed delle acque.

 

Autore dell'articolo: Marcello Festa