I tifosi della Salernitana non mollano e restano vicini alla squadra, nonostante l’ultimo posto in classifica. Archiviata la delusione per la mancata vittoria col Bologna, partita a cui si guardava con grandi speranze per poter finalmente dare il via alla rincorsa salvezza, la tifoseria granata ha da tempo scelto la sua linea: vada come vada, la squadra sarà sempre sostenuta. Polverizzati i tagliandi del settore ospiti dello stadio Meazza già nella giornata di domenica, la vendita libera ed i prezzi bassi hanno favorito l’acquisto dei biglietti anche in altri settori. E così, si stima, che saranno non meno di cinquemila i tifosi granata che saranno presenti venerdì sera a San Siro. Numero considerevole che potrebbe ulteriormente aumentare nelle prossime ore. Un esodo vero e proprio, insomma, si va configurando come è già stato per altre trasferte. O meglio per tutte quelle per le quali le restrizioni legate al covid o quelle relative all’acquisto dei tagliandi avevano permesso di seguire la squadra in massa. In casa dell’Inter la Salernitana non sarà sola ed i tifosi si augurano che il loro ennesimo gesto d’amore, che sa tanto di atto di fede, sia premiato da una prestazione di spessore, che confermi la crescita graduale del gruppo affidato alle cure di Davide Nicola che vuole sfatare il suo personale tabù: in casa dell’Inter non ha mai vinto. La Salernitana spera di fare meglio di quella che nel ’98, con Rossi in panchina, mise paura all’Inter, andando in vantaggio con Di Michele ma non raccolse punti, venendo punita al termine di un recupero infinito da un siluro dalla distanza di Zanetti, oggi dirigente nerazzurro ed indiscussa bandiera del club. Serve l’impresa per dare corpo alle speranze di salvezza e per consumare, quasi un quarto di secolo dopo, una piccola vendetta sportiva per quel pomeriggio di tanti anni fa, macchiato da qualche errore di gioventù della squadra di Rossi ed anche da qualche dubbia decisione del direttore di gara, Rodomonti di Teramo. La Salernitana ed i suoi tifosi si danno appuntamento a San Siro per provare a scrivere un’altra storia.
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