EVASIONE FISCALE NEL COMMERCIO DEI ROTTAMI FERROSI, LA GUARDIA Dl FINANZA SEQUESTRA BENI PER 1 MILIONE Dl EURO

Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno, su disposizione di questa Procura della Repubblica, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, nei confronti del legale rappresentante e dell’amministratore di fatto di una società dell’Agro nocerino-sarnese, esercente il commercio all’ingrosso di rottami ferrosi e cascami metallici.
II provvedimento cautelare, emesso dal GIP del Tribunale alla sede, dott. Luigi Levita, nei confronti dei due presunti responsabili del sistema di frode, scaturisce dai risultati di una verifica fiscale eseguita dai militari della Compagnia di Scafati.
Le attività ispettive, coordinate dal Sostituto Procuratore, dott. Davide Palmieri, hanno consentito di scoprire che, mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, l’azienda in questione, con sede a Scafati (SA), ha evaso, tra il 2015 ed il 2018, l’imposta sul reddito delle società per un valore complessivo di oltre 940.000 euro.
Il meccanismo fraudolento consisteva nella registrazione di fatture ed altri documenti contabili in relazione all’acquisto dei materiali, con l’intento di dedurne i relativi costi e di non corrispondere quanto dovuto al Fisco.
Un settore strategico, quello dello smaltimento dei rifiuti ferrosi, tenuto conto che sull’impiego di materie seconde si basano oggi circa i tre quarti della produzione di acciaio, rame ed alluminio. Sempre dai rifiuti dipende poi più del 50% della produzione di carta, così come quote molto rilevanti di quella vetraria o di plastica.
Questo vertiginoso giro d’affari sottrae, però, alle casse dello Stato milioni di euro all’anno. Il fenomeno evasivo è infatti legato a doppio filo al diffuso esercizio, su tutto il territorio nazionale, dell’attività di raccolta dei cascami in forma ambulante da parte di soggetti privi delle necessarie autorizzazioni e, naturalmente, “a nero”.
I rottami (soprattutto quelli prodotti in regime di evasione fiscale) vengono raccolti e consegnati agli impianti di trattamento privi dei formulari di identificazione e previo pagamento “cash”, senza cioè che la transazione sia stata accompagnata dalla documentazione necessaria a garantire il tracciamento dei rifiuti ai fini fiscali ed ambientali.
Ai rappresentanti di fatto e di diritto della società, denunciati per utilizzo ed emissione di fatture false, sono stati cosi sequestrati dalle Fiamme Gialle denaro rinvenuto sui conti correnti, automezzi ed immobili, fino all’intero ammontare dell’imposta evasa.
Tra i beni cautelati, anche una palazzina di tre piani, completa di attico e garage, nel centro di Minori, dal valore di circa 600.000 euro.

Autore dell'articolo: Redazione