EX PASTIFICIO AMATO, L’IMPRENDITORE AVERSA: ECCO COME SARA’ IL MOLINO NUOVO –

Via alle demolizioni già nei prossimi giorni e poi inizieranno per la primavera e saranno completate in due anni le operazioni di costruzione del complesso architettonico denominato Molino Nuovo che butterà giù l’ex edificio che ospitava il Pastificio Amato per realizzare tre strutture che ospiteranno in un’area di 18.000 m² abitazioni e uffici per 3000 m², lasciando sugli altri 15.000 m² un parco attrezzato e due parcheggi pubblici ed 250 box nei piani sotterranei. Ispirato da un commento sulla nostra città rilasciato dall’architetto Catalano Oriol Bohigas, redattore del Puc di Salerno che, in un sorvolo in elicottero con l’imprenditore, definì curiosa la città perché utilizzava le strade come parcheggio, Roberto Aversa, l’imprenditore amministratore unico della intesa immobiliare ha investito con il contributo della figlia architetto Annarita, architetto un progetto che disegna un nuovo quartiere che unisce Mariconda e Mercatello. Alla vigilia dell’accordo con Rfi che verrà siglato, domani in Prefettura, è direttamente l’imprenditore ad illustrarci i dettagli del progetto dello Studio Architetti Artigiani Anonimi rimodulato dopo la richiesta di RFI di ampliare la linea ferroviaria e quindi di procedere alla demolizione dell’edificio. L’intesa ruota attorno proprio alla necessità ed i pareri necessari per la demolizione e l’avvio del nuovo progetto. Sono trascorsi cinque anni da quando l’imprenditore ha acquistato l’area dal fallimento del pastificio Antonio Amato, con sei aste andate deserte. Ci saranno 18o appartamenti a partire da un’ampiezza di 45 metri quadrati, con ampi terrazzi. Case per tutti le definisce Aversa che ha vincolato l’uso dei negozi a servizi come parrucchiere, una profumeria, un take away per il food, un supermercato gourmet e la possibilità di far arrivare un grosso nome della pasticceria napoletana, oltre che una palestra, una lavanderia, un ristorante di lusso ed anche un punto consegne per l’intero complesso.

Autore dell'articolo: Monica Di Mauro