Il mercato per tanti club cadetti è cominciato da settimane. Se si pensa che la stagione regolare è terminata lo scorso undici maggio, si capisce bene come per tanti il futuro sia partito da tempo. Ed ora anche la Salernitana può dedicarsi a programmare la prossima stagione, visto che, sebbene dopo una lunga appendice, è arrivata la salvezza tramite i playout. Sul futuro incombe un’incognita, ma grava anche una certezza. Angelo Fabiani aveva dato la sua disponibilità ad uscire di scena, arrivando ad affermare che avrebbe volentieri barattato la salvezza della Salernitana con la fine della sua esperienza dirigenziale, ma, dopo qualche ora di riflessione, ha già cambiato idea. Il diesse romano ha affermato in una intervista rilasciata al quotidiano La Città di essere pronto a restare. Sarà la proprietà, come è giusto che sia, a decidere se proseguire il rapporto con Fabiani o se provare a guardare fuori dalla finestra, cercando di capire se in giro ci sia un dirigente che possa rappresentare una valida alternativa a colui il quale ha racchiuso in sé tante mansioni e tanti ruoli in questi anni, magari qualcuno che abbia una diversa filosofia gestionale, un’idea di calcio differente. Fabiani ha firmato una delle stagioni più deludenti e fallimentari della sua carriera, in cui non mancano anche i successi. In questa stagione la Salernitana ha investito anche sui cartellini di alcuni calciatori e, se non ci fosse stata la plusvalenza Casasola fatta in casa, visto che il difensore è stato acquistato dalla Lazio, di certo i conti non sarebbero tornati come ha fatto capire anche Lotito che ha affermato, non più tardi di domenica scorsa, di aver dovuto rifondere oltre quattro milioni di euro a gennaio per sovvenzionare la creatura granata. Non possono essere dimenticate né taciute, di certo, le tensioni ambientali che l’operato del dirigente ha causato e non sarà, di certo, l’abbraccio con Menichini, immortalato da un teleobiettivo, ad inaugurare un nuovo corso. Scaricato, quando le cose stavano precipitando, anche da chi lo aveva sempre difeso, Fabiani ha una grande responsabilità, da condividere ovviamente con la proprietà che gli ha dato carta bianca o che, quanto meno, ne ha avallato le scelte: in questi anni ha ingaggiato con contratti lunghi ed onerosi calciatori quasi a fine carriera, non produttivi in ottica futura e che per tante ragioni non hanno reso neanche nell’immediato. Se sarà Fabiani o un altro dirigente ad operare sul mercato, di sicuro il primo ostacolo sarà rappresentato proprio dai tanti calciatori sotto contratto, molti dei quali oggettivamente non più proponibili a Salerno. Quanti di loro, però, ci si chiede, potranno essere rapidamente collocati altrove così da non fornire il primo alibi, uno dei clichet estivi più in voga del resto, e cioè che il mercato in entrata viene condizionato dalle uscite? Salerno di tutto ha bisogno tranne che della riproposizione delle solite e stucchevoli frasi di circostanza. Il campo ha bocciato senza appello la gestione degli ultimi anni sotto tutti i punti di vista ed anche Lotito lo ha riconosciuto dopo la salvezza conquistata a Venezia, sebbene facendo ricorso al solito copione secondo cui, un attimo dopo aver ammesso degli errori, bisogna subito scaricare le colpe sull’ambiente, sui tifosi, su chiunque insomma non abbia concretamente operato per nome e per conto della società. Tanto, poi, qualcuno disposto a perdonare, a dimenticare, a barattare ancora una volta la dignità, o quel che ne resta, per tornare a remare sulla barca, che aveva abbandonato quando rischiava di affondare, ci sarà sempre, anzi c’è già, pronto a sfoggiare la divisa d’ordinanza per fare il gioco di chi vuole far finta di cambiare perchè tutto resti com’è perchè considera ormai Salerno casa sua.
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