FABIANI-SANNINO: DUE CORPI, UN’ANIMA

Si riparte dal tandem Fabiani-Sannino sicuramente più funzionale rispetto a quello postulato ad inizio estate che avrebbe visto a lavoro Fabiani e Inzaghi, il giorno e la notte per visione e idea di calcio. Non lo confesserà mai il diesse granata ma il mancato arrivo sulla panchina granata di Inzaghi gli ha tolto un bel peso, in quanto avrebbe fatto una gran fatica a lavorare a stretto contatto di gomito con il giovane tecnico e per un motivo molto semplice: hanno due modi agli antipodi di vedere e concepire il calcio. Scongiurato, così, il pericolo di una “coppia di fatto”, messa insieme solo per volontà della proprietà, si riparte da Sannino. Sotto quest’aspetto è stata già scongiurata un’anomalia che avrebbe potuto penalizzare le strategie del club. Fabiani e Sannino viaggiano all’unisono, si intendono, hanno feeling e questo, quanto meno, garantirà una perfetta condivisione sul piano strategico. Ben venga, allora, Sannino che non è da considerare una seconda scelta, bensì la prima scelta di Fabiani ancor di più “deus ex machina” del club granata. D’altronde i primi ingaggi, quelli di Vitale, Laverone e Bacinovic erano stato in qualche modi avallati da Sannino, non certamente dal Simone laziale e sarà così fino al termine del mercato, fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno utile. La speranza è che si evitino certi errori. Sotto quest’aspetto la notizia di un possibile ritorno di Ronaldo dalla Lazio non depone a favore della chiarezza. In quel ruolo la Salernitana ha preso Bacinovic ed ha già in organico Moro. Cosa c’entra un terzo play maker in una squadra che al massimo ne potrà far giocare uno soltanto?

Autore dell'articolo: Marcello Festa