FONDERIE PISANO: CERCASI SITO DISPERATAMENTE –

La partita più importante ancora non è stata giocata ed è quella che riguarda l’individuazione del sito dove dovrà sorgere, una volta ultimato il percorso amministrativo, il nuovo stabilimento delle fonderie Pisano. Fino ad oggi sono stati collezionati tanti “no grazie”, sindaco di Pontecagnano a parte, da Eboli in giù, le aree in qualche modo individuate, immaginate, non hanno risposto così come nelle aspettative generali. In particolare i sindaci dell’area Sele-Tanagro hanno in maniera robusta ribadito un no deciso. A rimarcare il dato, non certamente marginale nell’ambito di un discorso quanto mai complesso, è stato, immancabilmente il Comitato salurte e Vita che da anni si batte per la chiusura dello stabilimento, comitato che non ha preso parte al summit romano. Come è boto sulle aree attenzionate la prima scelta era rappresentata da Sardone, di qui l’endorsment di Sica e resta, probabilmente, ancora quella la soluzione più idonea, meno traumatica soprattutto in presenza di ampie e certificate garanzie ambientali. Si era pensato di traslocare a Bellizzi, nell’area ex fonditori, ma questa ipotesi è stata immediatamente bocciata, di qui l’idea del Sele-tanagro. fatto sta che si continua a brancolare nel buio a tutto vantaggio di un’ipotesi extra-provinciale, con una dislocazione dell’alta irpina. “A dimostrazione di ciò – sostiene il Comitato attraverso Lorenzo Forte – non è stata ancora presentata la località del sito industriale dove l’opificio dovrebbe essere delocalizzato, né tantomeno sono stati decisi tempi certi e stringenti per tale delocalizzazione – secondo il Comitato – la proprietà Pisano omette di raccontare la verità sui gravi ritardi della mancata delocalizzazione che doveva essere avviata nel 2006, da quando il Puc di Salerno definiva quell’area zona di trasformazione urbana residenziale e commerciale.

Autore dell'articolo: Marcello Festa