Si è tenuto quest’oggi un incontro al ministero dello sviluppo economico, a Roma per discutere delle fonderie Pisano, stabilimento di via dei Greci, a Salerno insieme Cassano dirigente del ministero, l’assessore Lepore della Regione Campania, oltre ad Invitalia, ai sindacalisti della Cgil Salerno, della FIOM nazionale e regionale e provinciale oltre ai delegati dell’azienda stessa, ovvero l’ing.Pisano e alcuni suoi collaboratori. “Si è parlato – spiega Anselmo Botte, segretario Cgil Salerno – della delocalizzazione ma ancora non si è trovato un luogo idoneo ad accogliere l’azienda. I rappresentanti dell’azienda hanno detto che sarà necessario un investimento di 43 milioni. Questo programma industriale con relativo cronoprogramma sarà messo in piedi in collaborazione con Invitalia. Consideriamo positivo l’incontro che avvia in concreto la delocalizzazione”. ” L’investimento complessivo – rimarca Mario Pisano, Presidente Fonderie Pisano & C. SpA – ammonta ad oltre 43 milioni di euro e si articola nelle seguenti macro/voci del piano di investimenti messo a punto dall’azienda sulla base di preventivi già richiesti e sviluppati: 3 milioni di euro per l’acquisto del terreno dove sarà costruito il nuovo stabilimento 7,3 milioni di euro per l’infrastrutturazione del sito (capannoni, palazzina operai e palazzina uffici); 9 milioni di euro per forni e cubilotto; 14 milioni di euro per impianti Hws; 1 milione di euro per reparto/resina; 4,5 milioni di euro per reti di servizi e altra impiantistica; 2,5 milioni di euro per oneri di delocalizzazione; 2 milioni di euro per oneri tecnici. Particolare attenzione è stata posta nella valutazione dell’impatto ambientale del processo produttivo: la proprietà ha deciso di rivolgersi ad uno dei principali top player del settore impiantistico dedicato alle fonderie, richiedendo lo studio relativo alla dinamica delle emissioni al netto del contenimento dei fumi e delle polveri derivanti dalla lavorazione. Il forno fusorio sarà di ultima generazione con camera di post combustione e cogenerazione di energia elettrica con emissioni che rientreranno nella metà dei limiti imposti dall’Unione Europea. Tutti le operazioni di carico e scarico delle materie prime avverranno in ambienti coperti ed i trasporti delle terre saranno realizzati mediante l’utilizzo di nastri chiusi e depressurizzati. Nel corso dell’incontro è stata ribadita la volontà di procedere in tempi compatibilmente brevi alla realizzazione del nuovo impianto – dopo avere individuato il sito più idoneo in area industriale anche attraverso l’intervento della filiera istituzionale – con l’obiettivo di conservare intatti i livelli occupazionali. Ma appare evidente – è stato evidenziato – che esiste un problema molto serio di continuità produttiva che non può essere accantonato: la disdetta di commesse importanti nelle more della delocalizzazione è più che prevedibile: la permanente chiusura dell’impianto di Fratte si rivelerebbe già nel breve periodo il passaggio finale e conclusivo della storia industriale delle Fonderie Pisano. La proprietà – aggiunge il presidente – ha sottolineato la piena disponibilità ad ogni forma di collaborazione con le Autorità competenti al fine di non interrompere il ciclo produttivo nel sito di Fratte, sottoponendosi a monitoraggi più intensivi e/o quotidiani. Dal punto di vista finanziario sono già allo studio programmi di investimento che dovranno essere valutati anche dalla parte pubblica nell’ambito dei diversi strumenti di politica industriale che risultano operativi sul territorio nazionale e nelle aree del Mezzogiorno”.
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