FONDERIE PISANO: ULTIMA CHIAMATA –

Fonderie Pisano: ultima chiamata. Quella di domani è infatti la data individuata dall’agenzia regionale per l’ambiente per l’inizio dei test a macchinari accesi. Si tratta di un controllo decisivo, che sarà effettuato dai tecnici dell’arpac, dal cui esito dipenderà il destino dell’azienda e dei 120 lavoratori impiegati. Una chance concessa, come si ricorderà, dalla Procura di Salerno, a seguito dell’istanza formulata dall’avvocato Guglielmo Scarlato, legale della famiglia Pisano. Nel corso di quello che potremmo definire come un vero e proprio stress test le fonderie dovranno dimostrare di avere le condizioni strutturali necessarie per rimanere nei parametri previsti dalla legge in materia di emissioni in atmosfera. Ovvio che seguono con legittimo e fondato interesse l’esito del test anche i comitati e più in generale chi da anni si batte per la chiusura dell’impianto che, dovesse superare il test riaprirà ufficialmente i battenti dando il là, a cascata, a tutta una serie di proteste. Si tratta, però, come è fin troppo evidente di un pannicello caldo, un lume di speranza che,, da solo, non risolverà il problema. La partita vera, quella da giocare su altri tavoli, è quella relativa al processo di delocalizzazione dell’impianto che non può passare in secondo piano anche in caso di esito positivo del test dei tecnici dell’ARPAC. Durante l’ultimo colloquio con i vertici della Cgil la famiglia Pisano ha ancora una volta detto di avere tutto pronto ma di non voler svelare le carte prima della fine di agosto quando sarà resa nota la località che ospiterà il nuovo stabilimento delle fonderie Pisano, un’area individuata in campania ma ancora top secret. Mossa necessaria per evitare altre proteste e manifestazioni di piazza in un momento ritenuto poco opportuno.

Autore dell'articolo: Marcello Festa