Fumata grigia per il destino delle Fonderie Pisano. Nell’incontro al ministero dello sviluppo economico, al quale hanno partecipato Cassano dirigente del ministero, l’assessore Lepore della Regione Campania, Invitalia, i sindacalisti della Cgil Salerno, della FIOM nazionale e regionale e provinciale oltre ai delegati dell’azienda stessa, l’ing. Pisano e alcuni suoi collaboratori, si è parlato della delocalizzazione ma ancora non si è trovato un luogo idoneo ad accogliere l’azienda. Secondo i rappresentanti dell’azienda sarà necessario un investimento di 43 milioni e questo programma industriale con relativo cronoprogramma sarà messo in piedi in collaborazione con Invitalia. Particolare attenzione è stata posta nella valutazione dell’impatto ambientale del processo produttivo: la proprietà ha deciso di rivolgersi ad uno dei principali top player del settore impiantistico dedicato alle fonderie, richiedendo lo studio relativo alla dinamica delle emissioni al netto del contenimento dei fumi e delle polveri derivanti dalla lavorazione. Il forno fusorio sarà di ultima generazione con camera di post combustione e cogenerazione di energia elettrica con emissioni che rientreranno nella metà dei limiti imposti dall’Unione Europea. Tutte le operazioni di carico e scarico delle materie prime avverranno in ambienti coperti ed i trasporti delle terre saranno realizzati mediante l’utilizzo di nastri chiusi e depressurizzati. Nel corso dell’incontro è stata ribadita anche la volontà di procedere in tempi compatibilmente brevi alla realizzazione del nuovo impianto – dopo avere individuato il sito più idoneo in area industriale anche attraverso l’intervento della filiera istituzionale – con l’obiettivo di conservare intatti i livelli occupazionali. Ma appare evidente – è stato evidenziato – che esiste un problema molto serio di continuità produttiva che non può essere accantonato: la disdetta di commesse importanti nelle more della delocalizzazione è più che prevedibile. Nel corso dell’incontro la proprietà ha anche sottolineato la piena disponibilità ad ogni forma di collaborazione con le Autorità competenti al fine di non interrompere il ciclo produttivo nel sito di Fratte, sottoponendosi a monitoraggi più intensivi e/o quotidiani, circostanza questa contesta dagli attivisti e dai residenti.
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