In attesa del ritorno dei nazionali, alcuni dei quali hanno lamentato qualche problema fisico, è il caso di Kastanos e Pirola, la Salernitana chiuderà domani mattina la sua settimana di lavoro. La squadra affidata a Colantuono per il finale di stagione dovrà provare a riscattarsi almeno in parte, fornendo prestazioni di carattere e di spessore agonistico e riuscendo, magari, a condire il tutto con qualche risultato. La classifica è asfittica, sicuramente ingloriosa, e al momento il distacco di undici punti dalla zona salvezza condanna la Salernitana, ancorando squadra e società, allenatori e dirigenti, alle rispettive responsabilità. Ci sono nove partite e bisognerà affrontarle al meglio perché non si può staccare la spina con così ampio anticipo. Del resto, è un dato di fatto confermato dalla classifica che se la Salernitana avesse affrontato le ultime quattro gare interne, tutte perse, con maggiore rabbia agonistica e fosse riuscita a portare via un discreto bottino di punti, oggi sarebbe pienamente coinvolta nella volata salvezza. Limiti tecnici, relativi alla costruzione ed alla correzione della squadra, ma anche caratteriali e tanti problemi irrisolti nello spogliatoio hanno portato alla situazione attuale. A giugno sarà importante per la società abbassare il monte ingaggi, ma sarà ancor più importante fare ordine e pulizia per evitare di ripartire anche peggio. Proprio per questo il presidente Iervolino dovrà fare chiarezza sulle sue intenzioni. Se l’idea è quella di restare e dare seguito al progetto, allora sarà fondamentale scegliere le persone giuste e dare loro potere e fiducia perché quando si verificano certi episodi, come per esempio la lite in campo tra Mazzocchi e Coulibaly durante il ritiro di Rivisondoli, è fondamentale che ci sia la presenza di dirigenti investiti dalla proprietà di una indiscussa autorevolezza agli occhi dei tesserati e capaci di mettere subito un punto intervenendo col pugno duro e dando messaggi forti a tutto il gruppo. La Salernitana è mancata in questo fin dall’inizio ed anche a gennaio, qualora fossero stati accontentati quei calciatori che avevano chiesto la cessione, forse la squadra avrebbe potuto essere beneficiata da una ventata di aria fresca, portata da gente nuova e motivata, un po’ come accaduto al Verona. Nelle ultime nove partite tutti dovranno dimostrare e soprattutto sdebitarsi con una piazza che deve incassare una più che probabile retrocessione dopo aver dato sostegno ed amore a chi, invece, ha dimostrato di non aver capito fino in fondo la fortuna che ha avuto nell’aver giocato a Salerno.
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