GRANATA: RANGHI RIDOTTI IN VISTA DEL VENEZIA

La Salernitana prova a ritornare alla normalità dopo i casi di covid che hanno interessato il gruppo squadra già prima della trasferta di Udine. Fermata dall’Asl prima del match in Friuli, ora la truppa granata deve preparare il ritorno in campo. Tanti i calciatori positivi in serie A, ma, nonostante tutto, l’orientamento espresso dalla Lega è quello di andare avanti. Anche il Venezia conta un paio di positivi al momento e la stessa situazione si vive in tutte le squadre. Salvo colpi di scena, però, si tornerà comunque in campo. Per la Salernitana sono all’orizzonte due gare in tre giorni che molto potrebbero dire sulla rincorsa salvezza. Certo, senza rinforzi e con diverse assenze, Colantuono non si ritrova nelle condizioni ideali, ma dovrà fare di necessità virtù. Il Venezia rievoca dolci ricordi ai tifosi granata ed anche al tecnico di Anzio che ha colto la sua, fin qui, unica vittoria proprio all’andata, in Laguna, e che ora spera di conquistare contro i veneti i suoi primi punti all’Arechi dove la Salernitana perde ininterrottamente dal 23 ottobre scorso. Insomma, se non i rinforzi, nella calza ci sarà una nuova società e, si spera, qualche punto per cominciare a dare anche sul campo segnali di discontinuità col recente passato. Per la gara in programma alle 18.30 del giorno dell’Epifania prevista capienza al 50%, green pass rinforzato e mascherine FFP2 obbligatorie: si cerca così di contenere i contagi dopo le aperture e i comportamenti un po’ più superficiali della prima parte di campionato. Sul versante formazione, Colantuono non avrà Lassana Coulibaly e Kecrhida, ma non sa ancora su quali e quanti effettivi potrà contare. Ieri, infatti, all’allenamento erano presenti tredici calciatori. Tra infortuni, covid e Coppa d’Africa questo passa il convento. La speranza è che in questi pochi giorni che ci separano dal ritorno in campo ci possa essere qualche recupero. La rincorsa salvezza riparte in emergenza, ma, forse, con un po’ più di certezze sul futuro.

Autore dell'articolo: Nicola Roberto