IL “4-3-3” SECONDO TORRENTE

Da difensore arcigno e concentrato, eccellente in marcatura, applicato in fase di costruzione del gioco ma non certamente un talento, Vincenzo Torrente si è trasformato in tecnico votato al gioco offensivo; lo certificano le squadre che ha già allenato, i numeri collezionati nei pochi ma brillanti anni di carriera. Eppure, nonostante questa acclarata “vocazione” offensiva, Torrente non ha dimenticato le sue “origini” perchè una squadra che prova a giocare stabilmente in proiezione offensiva, che attacca gli spazi e porta diversi uomini oltre la linea della palla è necessario che i difensori sappiano innanzitutto difendere e non limitarsi ad un presidio sterile della propria zona di competenza. Ed è questo il punto di partenza della Salernitana secondo Torrente, ovvero partire da una difesa composta da difensori bravi, guidati da un portiere che sappia il fatto suo. Fabiani ha lasciato Gori stravede per Russo, ha in mano Strakosha, ma non basta, se ne cerca un altro ancora. Per i difensori, Lanzaro, invece, risponde perfettamente all’identikit tracciato da Torrente: è un difensore “vecchio stampo” ma cresciuto con il dogma della zona, sa essere prima di tutto marcatore, ma conosce alla perfezione i meccanismi della difesa in linea. Vale, più o meno, lo stesso discorso anche per Colombo a destra. Tuia è un giocatore sul quale è lecito puntare e con Torrente alle spalle l’ex Lazio potrà ancora di più crescere e migliorare, Franco non offre, soprattutto, in fase difensiva le adeguate garanzie. A centrocampo c’è da giocare la partita più importante. Torrente vuole un play maker che sappia vedere il gioco e garantire, al tempo stesso, copertura. La Salernitana ha in organico sia Moro che Pestrin. E’ copertissima! E’ caccia aperta, invece, agli intermedi, gli interni. Bovo è troppo altalenante nel rendimento, senza dimenticare che dal prestito di Como è ritornato ringalluzzito e vincente Castiglia. Su imbeccata di Torrente, Fabiani sta già cercando i prospetti giusti, due interni in grado di assicurare alla squadra gamba, qualità ed anche un buon gruzzolo di gol perchè nel “4-3-3” teorizzato da Torrente gli interni devono attaccare gli spazi, puntare la porta, inserirsi in zona gol. Non è ricerca facile ma non mancano le soluzioni.

Autore dell'articolo: Barbara Albero